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Home » Blog » EncroChat, il sistema che ha messo ko i traffici criminali a Latina e Fondi

EncroChat, il sistema che ha messo ko i traffici criminali a Latina e Fondi

RedazioneRedazione27/11/20244 Mins Read

L’indagine che ha portato alla luce i traffici illeciti tra Latina, Fondi, Terracina e Nettuno ha svelato l’esistenza di un’organizzazione criminale che utilizzava tecnologie avanzate per eludere i controlli delle forze dell’ordine. Al centro delle operazioni dei fratelli Del Vecchio e Jhonny Lauretti c’era EncroChat, un sistema di comunicazione criptato che per anni ha rappresentato uno scudo contro le intercettazioni.

Ma cos’è EncroChat?

EncroChat era un servizio di messaggistica criptato progettato per garantire privacy e sicurezza nelle comunicazioni. Utilizzato inizialmente per scopi legittimi, è stato presto adottato da gruppi criminali che ne apprezzavano l’impenetrabilità. Grazie a telefoni dedicati, privi di funzionalità tracciabili, e a messaggi autoinvianti, il sistema offriva ai suoi utenti uno strumento quasi impossibile da intercettare.

EncroChat, ma anche Sky-ECC, si inseriscono in un segmento ristretto del vasto mercato delle app di messaggistica. Come WhatsApp e Telegram, questi servizi consentono agli utenti di inviare messaggi utilizzando server dedicati; tuttavia, a differenza dei più noti concorrenti, offrono una sicurezza maggiore grazie all’adozione di sofisticati software di crittografia e ulteriori sistemi di protezione.

Encrochat aveva circa 60.000 utenti prima della sua chiusura nel 2020 e permetteva la messaggistica cifrata tramite dispositivi privi di GPS, microfono e fotocamera. Dopo il suo smantellamento, Sky-ECC, con circa 170.000 utenti, divenne la scelta preferita per i criminali, continuando a offrire dispositivi protetti da modifiche hardware e software. Entrambe le piattaforme sfruttavano reti private e crittografia avanzata, rendendo difficili le intercettazioni da parte delle forze dell’ordine.

Le operazioni di polizia contro queste piattaforme, tra cui un’infiltrazione nei server per installare malware e raccogliere messaggi criptati, hanno portato a significativi arresti nel crimine organizzato. Tuttavia, queste azioni hanno suscitato polemiche riguardo alla violazione della privacy, poiché i dati raccolti potrebbero includere anche comunicazioni di utenti non coinvolti in attività criminali. Le tecniche di hacking rimangono in gran parte segrete, sollevando questioni etiche e giuridiche legate alla trasparenza e alla protezione dei diritti degli utenti.

Nel caso di Latina, Fondi Terracina e Nettuno, EncroChat era lo strumento attraverso cui l’organizzazione pianificava operazioni di traffico di droga, divisioni territoriali e intimidazioni, scambiandosi anche immagini di armi e denaro.

La svolta investigativa: il sequestro e la decriptazione

Il sistema è stato smantellato grazie a una vasta operazione internazionale condotta dalle autorità francesi e olandesi. Dopo il sequestro dei server centrali in Francia, un trojan sviluppato dalle forze dell’ordine ha consentito di decriptare le comunicazioni.

Con i dati raccolti hanno rivelato l’esistenza di una rete criminale diffusa in tutta Europa, con ramificazioni locali che collegavano Latina, Terracina, Fondi, Nettuno a gruppi attivi a Frosinone e Trieste.

A Latina, gli investigatori hanno scoperto connessioni tra i fratelli Del Vecchio e Gustavo Bardellino, legati al clan dei Casalesi, dimostrando il ruolo centrale del territorio pontino in un sistema di potere criminale più ampio.

La sentenza europea che ha permesso l’uso delle prove

Un aspetto cruciale dell’operazione EncroChat è stata la legittimità dell’utilizzo delle prove ottenute. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea infatti si è espressa il 30 aprile 2024, rispondendo a un caso tedesco in cui l’uso dei dati ricavati dal sistema era stato contestato.

La sentenza ha confermato che i dati raccolti attraverso l’Ordine Europeo di Indagine (OEI) sono ammissibili, a condizione che rispettino il principio di proporzionalità e le normative comunitarie. La Corte ha sottolineato l’importanza di bilanciare la tutela della privacy con la necessità di condurre indagini per crimini gravi.

Questa pronuncia ha avuto un impatto diretto sui procedimenti penali collegati a EncroChat, inclusi quelli relativi ai fatti di Latina e Fondi, fornendo un solido quadro giuridico per l’utilizzo delle prove nei tribunali italiani.

I fatti di Latina dimostrano come anche organizzazioni criminali ben strutturate, che fanno uso di strumenti avanzati come EncroChat, possono essere smantellate grazie alla cooperazione internazionale e all’uso intelligente della tecnologia. L’operazione ha permesso di colpire un sistema che per anni aveva operato nell’ombra, rafforzando il messaggio che la giustizia è in grado di contrastare la criminalità organizzata, anche nei suoi aspetti più sofisticati.

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