L’escalation criminale nel Lazio sud degli ultimi giorni impone una riflessione urgente. Tra Nettuno, Aprilia, Anzio e Velletri si sono susseguiti episodi inquietanti: inseguimenti, sequestri di droga, arsenali scoperti in abitazioni, ferimenti delle Forze dell’Ordine. Tre date, in particolare, tracciano un’escalation che non può essere ignorata:
- Sabato 24 maggio, Nettuno: un uomo muore nel tentativo di fuga dopo non essersi fermato all’alt. A bordo, 25 chili di cocaina.
- Lunedì 26 maggio, Aprilia: altro inseguimento, due agenti feriti. L’uomo trasportava cocaina, eroina, hashish e marijuana.
- Mercoledì 28 maggio, Velletri: fermo stradale porta al ritrovamento di 21 chili di cocaina e di un vero arsenale d’armi in una casa.
A questi fatti si aggiungono altri casi, tra cui quelli del 16 e 21 maggio, che confermano un’intensificazione delle attività criminali nel quadrante sud della provincia di Roma.
Reti di Giustizia: “Non sono casi isolati, ma segnali del riassetto mafioso”
Secondo l’associazione Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie, questi eventi non possono essere considerati sporadici.
Si inseriscono invece in un contesto più ampio di riassestamento degli equilibri criminali, già emerso con l’inchiesta Assedio della DDA di Roma, che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Aprilia.
“Omertà, condizione di assoggettamento e tentativi di influenzare l’Amministrazione completano uno scenario che ricalca gli schemi mafiosi” – si legge nella relazione DIA.
Nel territorio si registra un’inquietante osmosi tra criminalità organizzata e zona grigia imprenditoriale e politica, con casi eclatanti di collusione come quelli emersi nell’inchiesta Tritone, che ha coinvolto esponenti politici locali di Anzio e Nettuno.
I falsi favori, la zona grigia e il danno alla comunità
Come sottolineato dal comunicato di Reti di Giustizia, qualunque “favore” ottenuto tramite relazioni mafiose o clientelari è in realtà un diritto sottratto alla collettività. I diritti pubblici – dal welfare all’accesso ai servizi – vengono mercificati in cambio di consenso, alimentando un circuito di sfruttamento e diseguaglianza.
“Le mafie si comportano come società di servizi dove lo Stato è assente. Ma il danno è sempre a carico dei cittadini onesti.”
Coordinamento per la Giustizia Sociale di Aprilia: una risposta dal basso
Per reagire a questo contesto, è nato il Coordinamento per la Giustizia Sociale di Aprilia (CGSA), promosso da Reti di Giustizia. Il primo evento pubblico, sabato 17 maggio, ha unito approfondimento e attivismo:
- Una tavola rotonda sul radicamento mafioso nel Lazio sud
- Un confronto sulle discriminazioni subite dalla comunità queer
- Una serata di socialità, musica e performance artistiche
Un esempio concreto di come si possa costruire un’alternativa a partire dalle energie positive dei territori.
“Solo un profondo cambiamento politico, economico e culturale può tutelarci da un sistema basato su dominio, collusioni e sopraffazioni.”
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