E’ stato firmato a Frosinone, presso il Palazzo del Governo, il protocollo di prevenzione amministrativa antimafia per i settori turistico-alberghiero e della ristorazione. Il documento è stato sottoscritto dal Prefetto Ernesto Liguori insieme ai rappresentanti di vari comuni della provincia, incluso il capoluogo, alla presenza dei vertici provinciali delle Forze di Polizia e del Direttore del Centro Operativo di Roma della Direzione Investigativa Antimafia (DIA).
Per il Comune di Frosinone era presente l’assessore allo sviluppo economico Mario Grieco, in rappresentanza del sindaco Riccardo Mastrangeli.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto di rafforzamento della cooperazione tra enti locali, forze dell’ordine e istituzioni per rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata e garantire il rispetto delle regole nei comparti produttivi più esposti a rischi.
Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha espresso pieno sostegno all’intesa: “La sinergia istituzionale è fondamentale anche in tema di prevenzione amministrativa antimafia. Il Comune di Frosinone ha, dunque, aderito con convinzione a uno strumento di contrasto a ogni tentativo di minare il tessuto sano dei settori turistico-alberghiero e della ristorazione.”

“Il protocollo siglato costituisce un atto fondamentale nel segno della legalità e della tutela del nostro comparto economico, a garanzia di uno sviluppo sano e sostenibile per la nostra comunità”.
L’assessore Mario Grieco ha sottolineato il valore pratico del protocollo per gli operatori economici: “Gli operatori dei settori turistico, alberghiero e della ristorazione che, ogni giorno, operano in modo sano e trasparente potranno contare su uno strumento in più di prevenzione e contrasto contro l’illegalità, a beneficio di un tessuto produttivo sicuro, competitivo e libero da condizionamenti illeciti, per continuare a offrire ai cittadini e ai visitatori servizi di qualità”.
Bene il Protocollo e bene hanno fatto i comuni ad aderire. Condivisibili le parole dell’assessore Grieco e del Sindaco Mastrangeli, dal quale ci si aspetta la stessa trasparenza e la stessa determinazione politica nel riferire, quanto prima, dell’appalto affidato alla Super Eco, indagata dalla DDA che ha chiesto l’arresto per i vertici aziendali, per la gestione dei rifiuti del capoluogo per 39 milioni di euro e sui motivi che non hanno consentito ad oggi la firma del contratto.
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