La terza edizione del ‘Libro Nero dell’azzardo’ di CGIL, Federconsumatori e Fondazione ISSCON è stata presentata oggi e fa emergere dati preoccupanti sul fenomeno del gioco nel nostro paese. La stesura del report 2025 si è rivelata particolarmente complessa a causa delle restrizioni imposte sulle informazioni disponibili, in particolare per l’omissione da parte di ADM nella condivisione dei dati richiesti e per la censura applicata sia all’online che ad alcuni giochi fisici.
Dal report emerge una crescita incessante del volume di gioco in Italia: nel 2024, la raccolta ha toccato i 157,4 miliardi di euro, una somma pari al 7,2% del PIL nazionale e ben 20 miliardi oltre la spesa sanitaria complessiva. Il dato è aumentato del 6,6% rispetto al 2023 e del 42,5% rispetto al 2019. Ogni cittadino maggiorenne ha giocato in media 3.137 euro l’anno, con perdite complessive per gli italiani che raggiungono quasi i 23 miliardi di euro.
Il canale online ha ormai sorpassato quello fisico, in particolare nel centro-sud, dove le mafie sfruttano il gioco remoto per il riciclaggio di denaro. La distribuzione geografica rivela grandi differenze: nel piccolo Comune di Isernia, si registra la crescita pro capite più alta per il gioco online (+65%), seguita da altre province come Siracusa, Messina, Palermo, Salerno, Napoli, Caserta, Reggio Calabria, Taranto e Teramo. In tutte queste realtà, il giocato medio annuale nella fascia 18-74 anni supera i 3.000 euro e mostra incrementi significativi nell’ultimo anno.
Tra i Comuni sopra i 10.000 abitanti, spiccano Castel San Giorgio in provincia di Salerno, che, nel 2024, ha visto una raccolta pro capite di 18.045 euro (+52%), e Zola Predosa vicino Bologna con 9.608 euro (+23%).
Il report conferma l’anomalia italiana in Europa: il paese, pur avendo un potere d’acquisto tra i più bassi per salari e pensioni, si distingue come il primo mercato europeo dell’azzardo e uno dei maggiori a livello mondiale. Gli italiani perdono ogni anno più di 21 miliardi, superando Germania, Francia e Regno Unito. Tra i principali motivi dell’aumento del gioco compaiono la crescente esposizione pubblicitaria e la diffusione di messaggi incentrati sul “gioco responsabile”, considerati dagli autori del report un tentativo di aggirare i divieti residui e incentivare la partecipazione.