Potere al Popolo di Latina prende una posizione netta sulla vicenda che ha coinvolto Gabriele Rubini, lo chef di Frascati, dichiarando la propria solidarietà al noto attivista e condannando quella che definisce una “repressione sistematica contro chi difende la causa palestinese”.
Rubini è stato perquisito il 17 luglio dagli agenti dell’antiterrorismo della Questura di Roma, che hanno sequestrato i suoi dispositivi elettronici e lo hanno trattenuto in Questura per l’intera giornata. A motivare l’azione sarebbero stati due post pubblicati su X (ex Twitter) a maggio, accusati di “istigazione all’odio”.
“Una repressione politica: i post di Rubini non inneggiavano ad attentati”
Potere al Popolo contesta fermamente la narrazione diffusa da alcune testate, secondo cui i messaggi di Rubini avrebbero fatto riferimento ai tragici fatti di Washington, dove hanno perso la vita due diplomatici israeliani.
Secondo il movimento, è stato lo stesso Rubini a chiarire, con un comunicato ufficiale, che i suoi post si riferivano invece agli eventi di Jenin: “Il post è stato scritto prima dell’attentato di Washington e denunciava il silenzio complice delle diplomazie occidentali sugli attacchi israeliani in Cisgiordania”.
La questione, per Potere al Popolo, va oltre il singolo episodio: “Si tratta di una strategia repressiva più ampia, che mira a intimidire chi alza la voce contro l’occupazione israeliana e la complicità dei governi occidentali”.
Il comunicato: “Rubini colpito per colpire tutti noi”
Nel comunicato ufficiale, il movimento sottolinea che questo ennesimo atto repressivo si inserisce in “un disegno che punta a criminalizzare il dissenso”.
Viene anche ricordato il pestaggio subito da Rubini nella sua abitazione nel 2023, ancora senza colpevoli: “A distanza di oltre un anno, nessuna giustizia è stata fatta per quell’aggressione. È un fatto gravissimo.”
Potere al Popolo conclude dichiarando il proprio sostegno: “Gabriele ha già detto che non si farà intimidire. Noi saremo al suo fianco, perché la sua lotta è anche la nostra. Non possiamo restare in silenzio. Palestina libera, dal fiume al mare.”