La Regione Lazio ha effettuato la nomina dei nuovi commissari liquidatori delle Comunità Montane, decisione che ha suscitato le perplessità del consigliere regionale del Partito Democratico Salvatore La Penna.
Secondo La Penna, la revoca degli incarichi ai commissari uscenti è avvenuta senza tenere conto del lavoro svolto fino a oggi da chi ha guidato questi enti nella delicata fase di liquidazione.
“La scelta rischia di rallentare un processo già complesso di trasformazione istituzionale”, afferma il consigliere PD, sottolineando come in molti casi fosse possibile finalizzare l’iter di liquidazione in continuità, valorizzando l’esperienza e le competenze maturate sul territorio.
La Penna ricorda che i precedenti commissari hanno operato in condizioni non semplici, spesso con risorse limitate e durante un processo di disinvestimento istituzionale, ma sono riusciti a garantire continuità amministrativa e a mantenere vive funzioni fondamentali nelle aree periferiche della regione.
Particolare attenzione viene riservata all’operato di Onorato Nardacci, ex commissario della XIII Comunità Montana dei Monti Lepini-Ausoni. “A lui mi lega una stima profonda e una vicinanza territoriale. Ha saputo promuovere progetti concreti e innovativi come Lepini Green, capace di attrarre oltre 2 milioni di euro su temi strategici come ambiente, transizione energetica e valorizzazione del paesaggio. Un esempio virtuoso di come questi enti, anche in fase di liquidazione, abbiano saputo restare strumenti attivi di sviluppo territoriale”, afferma La Penna.
Il consigliere democratico solleva inoltre dubbi sulle nuove nomine, definite “fiduciarie, in quota ai partiti del centrodestra”, sottolineando il rischio di indebolire ulteriormente queste istituzioni in un momento in cui si discute il rilancio delle politiche per le aree interne e i comuni montani.
Nonostante le critiche, La Penna rivolge infine un augurio di buon lavoro ai nuovi commissari, auspicando che l’iter di chiusura delle Comunità Montane continui “con trasparenza, responsabilità e attenzione al patrimonio materiale e immateriale che queste istituzioni hanno rappresentato per anni nei territori”.