La commissione Trasparenza del Comune di Latina ha affrontato i criteri con cui è stata eseguita la selezione delle scuole di danza amatoriali per il cartellone della stagione 2025-2026 del Teatro D’Annunzio.
La seduta, presieduta da Floriana Coletta, è stata convocata dopo che la consigliera del Partito Democratico Daniela Fiore, con il sostegno di tutte le forze di opposizione, ha chiesto chiarimenti sulle modalità adottate.
Il nodo centrale è l’esclusione della maggior parte delle realtà cittadine: su 17 scuole di danza presenti sul territorio comunale, solo 5 sono state coinvolte nella programmazione, senza alcun bando o manifestazione di interesse pubblica.
“Non si mettono in discussione la qualità e l’impegno delle realtà coinvolte, soprattutto quelle che lavorano con bambini e ragazzi. Ma il Comune ha il dovere di mettere tutte le realtà locali nelle condizioni di partecipare”, dichiarano i consiglieri di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032.
“Senza un avviso pubblico, senza regole note e uguali per tutti, si opera in modo arbitrario, premiando alcuni e penalizzando altri. La trasparenza è venuta meno”.
Durante la discussione è emerso un disguido nella consegna dei documenti richiesti: gli atti sono stati forniti solo durante la commissione, mentre manca ancora la documentazione relativa alla fase di progettazione.
A quanto riferito dagli uffici, i criteri di selezione sono stati definiti dall’ATCL, soggetto incaricato della direzione artistica. “Un errore politico”, secondo l’opposizione, che sottolinea come l’incontro con le scuole sia avvenuto solo dopo la definizione del cartellone, dando così un vantaggio competitivo alle realtà già selezionate soprattutto in vista dell’imminente anno accademico.
Le opposizioni evidenziano inoltre la mancanza di una guida politica per l’assessorato alla Cultura, rimasto senza titolare.
“La Sindaca ha tenuto per sé la delega, ma non riesce a esercitarla. La gestione è lasciata agli uffici e all’ATCL, ma servirebbe una visione politica”, affermano. L’auspicio è che, in futuro, vengano adottati strumenti di selezione trasparenti e condivisi con le realtà locali, garantendo parità di accesso e qualità dell’offerta culturale.
Infine, i consiglieri d’opposizione sottolineano che la programmazione non può limitarsi al mondo amatoriale, ma deve includere anche compagnie professionali di livello nazionale.
“Latina si prepara al centenario della sua fondazione e ambisce a candidarsi a Capitale italiana della Cultura. Ma resta fuori dai circuiti nazionali, anche per via della scelta, grave, di non avere un assessorato specifico. La città merita molto di più, e lo merita adesso”.