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Home » Blog » Acqua: dal 2016 al 2024 la tariffa per una famiglia media cresce del +40%. I dati di Federconsumatori.

Acqua: dal 2016 al 2024 la tariffa per una famiglia media cresce del +40%. I dati di Federconsumatori.

RedazioneRedazione12/02/20255 Mins Read
Tanta l'acqua che si perde nelle tubazioni obsolete

A Firenze è stato presentato il XVI Rapporto Nazionale sulle tariffe idriche, realizzato da Federconsumatori con la collaborazione della Fondazione Isscon.

L’indagine, che analizza le tariffe aggiornate degli ATO e dei Gestori del servizio idrico integrato nel 2024 per tutti i capoluoghi di regione, rappresenta uno spaccato sulla situazione del sistema idrico nel nostro Paese, tra criticità, carenze, rincari e qualità del servizio.

Si tratta di un’analisi fondamentale per comprendere come e dove intervenire per preservare una risorsa vitale come quella idrica, sempre più importante e preziosa anche alla luce dei cambiamenti climatici.

Risorsa che, non a caso, è entrata anche nel mirino della speculazione finanziaria, con il primo future al mondo sull’acqua lanciato nel 2020 da Cme Group, in collaborazione con Nasdaq, con l’intento di quotare il prezzo dei diritti sull’acqua in California, Stato martoriato dalla siccità, come purtroppo abbiamo visto anche recentemente.

Il livello di allarme sull’acqua a livello globale è elevato, ma non ci sembra ci sia la stessa consapevolezza e la stessa attenzione nel nostro Paese.

“Per questo siamo convinti che sia necessario un piano strategico per l’acqua, da avviare con estrema urgenza, anche alla luce del fatto che la salvaguardia delle risorse idriche e la gestione efficace, efficiente e sostenibile dei servizi idrici rientrano tra gli obiettivi del PNRR. Lasciarsi sfuggire questa opportunità sarebbe sbagliato, oltre che deleterio per il nostro Paese.” Afferma Federconsumatori.

Le tariffe

La 16a Indagine sul servizio idrico integrato, realizzata da Federconsumatori – APS in collaborazione con la Fondazione ISSCON – Istituto Studi Sul Consumo ha analizzato le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di regione italiani nel 2024 e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone con un consumo medio annuo di 150 oppure di 182 m3/annui. Nella composizione del costo finale sono comprese le voci relative a: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori), componenti di perequazione (UI1, UI2, UI3 e UI4) e IVA al 10%.

Dai dati esaminati emerge che:

Per quanto riguarda una famiglia di 3 componenti per 150 m3 di consumo annuo, dall’analisi delle tariffe sui 20 capoluoghi di regione italiani, registrano il costo più alto le città di Firenze, Perugia e Genova rispettivamente con 564,04 euro, 511,79 euro e 504,28 euro;

mentre quelle dove si paga meno per il servizio idrico sono Milano (160,13 euro), Campobasso (191,18 euro) e Napoli (193,64 euro). Dall’analisi delle tariffe, confrontando gli importi da pagare nel 2024 (consumo di 150 m3 per tre componenti) e nel 2016 per egual consumo emerge un aumento medio del 40%. Sopra le righe la crescita del costo del servizio nella città di Potenza (+72%), in diminuzione i prezzi a Trento (-2%).

Per quanto riguarda una famiglia di 3 componenti per 182 m3 di consumo annuo, dall’analisi delle tariffe sui 20 capoluoghi di regione italiani, registrano il costo più alto le città di Firenze, Perugia e Genova rispettivamente con 763,41 euro, 618,09 euro e 614,07 euro; mentre quelle dove si paga meno per il servizio idrico sono Milano (177,15 euro), Napoli (206,45 euro) e Campobasso (234,66 euro).

Per entrambi i livelli di consumo idrico esaminato (150 m3 e 182 m3), vediamo come è il centro Italia ad essere l’area geografica in cui le tariffe applicate sono le più alte, rispettivamente con una media di 463,84 euro per 150 m3 e di 586,20 euro per 182 m3.

Le criticità

Sono tanti i profili di criticità e carenza da rilevare in relazione al servizio idrico nel nostro Paese. Dall’analisi condotta possiamo sintetizzare tali aspetti in tre macro-temi principali, da cui dovrebbero partire le azioni strategiche da mettere in campo:

L’eccessiva frammentazione dell’offerta dei gestori, che rende necessario rafforzare la dimensione media degli operatori del settore, favorendo piani di integrazione dei gestori nei piccoli contesti territoriali, privilegiando sempre e sopra tutto l’efficienza e, il più possibile, il contesto pubblico: riteniamo prioritario, infatti, trovare il giusto equilibrio tra una gestione di carattere industriale con un forte legame con il territorio e il controllo da parte delle istituzioni locali e dei cittadini.

Le reti colabrodo: il 22 marzo 2024, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’ISTAT ha pubblicato i dati sullo stato della rete idrica in Italia, confermando la tendenza di dispersione della risorsa che nel 2022 è stata pari al 42,4% (tra i più alti d’Europa). Uno spreco incredibile e inaccettabile da ogni punto di vista.

Accesso alla risorsa: costi e tariffe sempre più elevati, uniti a un progressivo impoverimento delle famiglie e a un sistema di sostegni non sempre adeguato a garantire l’accesso a questa risosta essenziale, sono tre elementi che rischiano di prospettare inaccettabili disparità e povertà anche in questo settore (seppur con le dovute salvaguardie già in parte previste). Un rischio da scongiurare in ogni modo e con ogni mezzo, che si tradurrebbe in un grave vulnus di civiltà e democrazia nel nostro Paese.

    Le proposte di Federconsumatori

    Alla luce dei costi e delle criticità esposte, siamo convinti sia necessario e prioritario:

    agire sui costi, definendo un prezzo calibrato alla capacità reddituale dei cittadini: vista la natura dell’acqua, bene comune per eccellenza, non possono essere adottati solo criteri meramente “numerici”, ma deve essere introdotto un approccio sociale, disponendo anche agevolazioni adeguate.

    Avviare un serio piano di investimento per rendere più efficiente, moderna e sicura la rete. Per ridurre le gravi dispersioni che, nel settore agricolo, ad esempio, finiscono per incidere sulla determinazione dei prezzi dei prodotti agricoli in tempi di siccità.

    Definire, anche attraverso un piano di agevolazioni e supporto, la dotazione di sistemi anti-spreco a livello industriale e agricolo, oltre che civile, con l’adozione di bacini di raccolta, impianti di trattamento delle acque reflue per utilizzi industriali, ricerca e innovazione per la realizzazione di impianti di desalinizzazione, sistemi di sbarramento per consentire il riutilizzo di risorse idriche che andrebbero altrimenti sprecate.

    Avviare una seria campagna di sensibilizzazione sulla gestione della risorsa idrica, per promuovere un uso responsabile da parte di tutti.

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