La Commissione di allerta rapida sui prezzi ha lanciato un nuovo allarme rispetto all’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari, in particolare ortofrutticoli, che continuano a crescere più dell’indice generale.
Alla riunione hanno partecipato i presidenti di Adoc, Assoutenti e Federconsumatori, rappresentanti del CNCU. Il focus dell’incontro si è concentrato sui dati raccolti dagli Osservatori territoriali, attivi da ottobre 2024 nei mercati cittadini dei 21 capoluoghi regionali.
Attraverso il monitoraggio settimanale di oltre 4.450 prezzi relativi a ortofrutticoli, lattiero-caseari, ittici e carni, è emerso che dal 2022 i prodotti alimentari hanno subito incrementi di prezzo superiori a quelli dell’inflazione generale, nonostante un rallentamento recente.
Secondo i dati diffusi, a giugno 2025 l’inflazione ha raggiunto l’1,7%, mentre il cosiddetto “carrello della spesa” ha visto aumenti fino al 2,8%.
Il divario evidenziato segnala un forte ricarico di prezzo tra produzione e vendita al dettaglio. La Commissione propone una serie di misure per contenere il fenomeno: accorciare le filiere per ridurre le intermediazioni, rafforzare i servizi di rete e il catering nei mercati di prossimità, incentivare la produzione agroalimentare nazionale e sostenere la domanda interna delle famiglie.
Particolare attenzione è stata posta sulle difficoltà che affrontano le famiglie a basso e medio reddito, aggravate dalla ridotta capacità di spesa dovuta all’incremento dei prezzi e ai salari tra i più bassi d’Europa.
Secondo i dati forniti, dal 2022 il potere d’acquisto ha perso quasi 8 punti percentuali, costringendo molte famiglie a preferire i discount e prodotti di qualità inferiore.
Le associazioni presenti rinnovano la richiesta di un intervento del Governo attraverso una rimodulazione delle aliquote IVA sui generi alimentari, arrivando anche all’azzeramento temporaneo su alcune categorie.
“Sarebbe un passo concreto per rilanciare il potere d’acquisto delle famiglie che, negli ultimi anni, hanno affrontato aumenti intollerabili e spesso ingiustificati, con prezzi che non sono mai tornati ai livelli pre-emergenziali.”
Il confronto si è concluso con una sollecitazione verso il Ministero e il Governo a rafforzare la rilevazione e il monitoraggio sistematico dei prezzi anche nella grande distribuzione, considerato che la maggior parte delle famiglie italiane acquista proprio nei supermercati e ipermercati.
La Commissione di allerta rapida vuole così mantenere alta l’attenzione su fenomeni speculativi e sulle dinamiche di mercato poco trasparenti.