Una dottoressa, in servizio presso un centro vaccinale della ASL di Latina, è finita al centro di un’inchiesta per assenteismo dopo essere stata scoperta a timbrare regolarmente il cartellino, ma a non presentarsi effettivamente sul posto di lavoro. Le indagini, avviate dai carabinieri del NAS su segnalazione interna, hanno rivelato che la professionista, dopo aver registrato il proprio ingresso in servizio, si allontanava per dedicarsi a faccende personali, tra cui lunghe sessioni di shopping nei negozi del centro città, trascorrendo ore in bar e locali, senza mai tornare al centro vaccinale.
Secondo quanto emerso dall’indagine, che si è avvalsa di pedinamenti e riprese video, la dottoressa aveva messo in atto questa prassi ripetutamente, approfittando della sua posizione e dell’affluenza limitata al centro vaccinale in determinati orari. L’assenza dal lavoro veniva quindi giustificata da una presenza falsa, compromettendo così non solo la qualità del servizio offerto ai cittadini, ma anche le risorse pubbliche destinate alla gestione del centro vaccinale, un servizio fondamentale in un periodo di pandemia.
Le indagini hanno evidenziato diversi episodi, alcuni dei quali documentati con immagini e video, che confermano un comportamento costante da parte della dottoressa. In alcune occasioni, dopo aver timbrato il cartellino, si recava nei negozi del centro città per fare acquisti, trascorrendo ore lontana dal lavoro senza alcuna giustificazione ufficiale. In altri casi, si fermava in bar e locali, intrattenendosi a lungo senza tornare al suo posto di servizio.

La professionista è ora indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato, in quanto avrebbe approfittato di fondi pubblici destinati alla salute, e per falsa attestazione di presenza in servizio. Durante l’interrogatorio, la dottoressa ha tentato di giustificare il suo comportamento, parlando di un periodo particolarmente stressante e di difficoltà familiari, che avrebbero influenzato il suo comportamento. Tuttavia, queste giustificazioni non sono riuscite a convincere gli inquirenti, che hanno proseguito con l’indagine.
La Procura di Latina sta ora valutando l’applicazione di misure interdittive nei confronti della professionista, per evitare che possa continuare a ricoprire il suo ruolo. Nel frattempo, l’ASL di Latina ha avviato un procedimento disciplinare, che potrebbe portare a sanzioni amministrative o addirittura alla sospensione o rimozione dal servizio. La vicenda ha suscitato indignazione tra i cittadini, che hanno espresso la loro frustrazione per l’abuso di una posizione pubblica e per il danno alla collettività.
L’episodio ha riacceso il dibattito sull’assenteismo nella pubblica amministrazione, in particolare nei settori che gestiscono servizi vitali per la salute pubblica. La vicenda mette in luce la necessità di monitorare con maggiore attenzione le assenze e le presenze sul posto di lavoro, per evitare che simili comportamenti possano minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e compromettere la qualità dei servizi pubblici.