La commissione Trasparenza del Comune di Latina ha affrontato questa mattina il tema dell’appalto per i moduli abitativi del nuovo centro di autonomia di via Monfalcone, mettendo al centro del dibattito la gestione della sistemazione delle famiglie ex residenti al campo Al Karama.
La seduta, presieduta dalla consigliera Floriana Coletta e richiesta dai gruppi consiliari di opposizione, ha visto emergere forti perplessità sulle condizioni delle nuove strutture e sulla regolarità degli interventi realizzati.
Le opposizioni – Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032 – hanno denunciato condizioni igienico-sanitarie precarie e carenze strutturali.

“La zona intorno all’ex campo è ancora piena di rifiuti e dei residui dell’incendio divampato a giugno 2022, solo in parte bonificata. Abbiamo invitato a sollecitare la Regione, che ha la competenza sulla bonifica.”
“Nonostante l’impegno dei dipendenti comunali, la situazione resta grave dal punto di vista igienico-sanitario: infiltrazioni d’acqua, riflussi fognari, allacci elettrici e idrici precari, e perfino lo scuolabus che continua a non fare fermate”.
Solo 9 case su 19 verranno consegnate
Secondo la relazione del direttore esecutivo del contratto, sono state realizzate sette casette, con altre due in completamento: la consegna, secondo quanto previsto, dovrebbe avvenire entro la fine del mese.
Tuttavia, rispetto ai 19 moduli abitativi inizialmente previsti e finanziati con 1 milione di euro, ne saranno consegnati solo nove.
Molte famiglie si sono allontanate senza spiegazioni, facendo perdere la dimensione multietnica prevista dal progetto.
L’opposizione lamenta inoltre la mancanza di risposte chiare sulla destinazione dei fondi residui.
Il metodo amministrativo adottato è stato oggetto di critica: “Il modus operandi è quello consueto delle amministrazioni di centrodestra che hanno governato la città: rimandare scelte e interventi, ricorrendo sistematicamente ai debiti fuori bilancio.” Affermano le opposizioni
“La Provincia ha più volte raccomandato al Comune un adeguato controllo, mai effettuato. Ora l’ente di via Costa si prepara ad aprire un contenzioso per i danni derivanti dall’occupazione dell’immobile di sua proprietà”.
I consiglieri sottolineano anche la scarsa qualità dei lavori: “Le casette venivano montate pezzo per pezzo in loco, come in un cantiere artigianale, e non si trattava di prefabbricati come previsto dal contratto con la ditta affidataria.”
“Il cronoprogramma parlava di sei mesi e tutto doveva essere pronto per dicembre 2023. Siamo a maggio 2025 e attendiamo ancora le ultime due unità abitative”.
Al termine della commissione, è stato deciso, in accordo con alcuni consiglieri di maggioranza, di procedere a un sopralluogo presso il centro di via Monfalcone: “Quanto emerso in commissione dimostra chiaramente come la gestione di questa vicenda abbia comportato un grave sperpero di risorse pubbliche”.
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