Il Comitato Residenti Colleferro lancia l’allarme contro l’approvazione recente della variante urbanistica destinata a nuovi impianti della società AVIO. Otto ettari di suolo saranno destinati allo sviluppo industriale collegato al settore armamenti. “Uno schiaffo ai problemi ambientali e sociali del territorio”, sostiene il Comitato, che evidenzia come la percentuale di suolo consumato a Colleferro sia già al 22%, tre volte la media nazionale.
Secondo il comunicato firmato da Ina Camilli, la SE.CO.SV.IM srl, società immobiliare del Gruppo Avio, ha presentato il piano di lottizzazione nel dicembre 2022. Adottato dalla Giunta Comunale nel giugno 2023 e successivamente approvato, il piano riguarda la riorganizzazione delle attività produttive nell’area denominata Avio 3C, lungo via degli Abeti. Il progetto prevede la suddivisione degli 8 ettari in 13 lotti fondiari, strade e parcheggi per oltre 50 mila metri quadrati, tutti ad uso esclusivo di Avio Spa.
La contestazione dei residenti riguarda anche il percorso decisionale: “Iniziative intraprese senza confronto con la cittadinanza e per finanziare con fondi pubblici i programmi e le attività di Knds, Simmel Difesa e Avio spa”, si legge nel comunicato, che critica l’appoggio delle amministrazioni locali e la partecipazione a eventi internazionali finalizzati allo sviluppo del settore militar-spaziale.
Il Comitato sottolinea come Colleferro sia già tra i Comuni con le più alte percentuali di suolo consumato nel Lazio: 610 ettari tra il 2021 e il 2023, con dati che non conteggiano ancora le nuove aree trasformate nel 2024 e previste per il 2025. Il progetto Avio si inserisce in uno scenario già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale e sanitario, con superamenti regolari dei limiti di PM10, come certificato dai 47 sforamenti dei limiti giornalieri nel 2024.
Nel documento si evidenziano perplessità sulla legittimità del riconoscimento di pubblica utilità attribuito al piano e si richiedono alternative di sviluppo per il territorio, puntando su bonifiche, sostegno a sanità e scuola, e limitazione dell’antropizzazione ulteriore. “La pianificazione territoriale deve basarsi su studi approfonditi di sviluppo e valutazioni d’impatto ambientale, non su spinte speculative o iniziative di soggetti privati mossi dall’interesse di massimizzare i profitti”, conclude la portavoce Ina Camilli.