Negli ultimi giorni, tre realtà locali del Lazio, i Comuni di Cori e Terracina e l’isola di Ponza, hanno espresso in modi diversi un messaggio comune di solidarietà con il popolo palestinese e difesa dei diritti umani universali. Due atti istituzionali e un gesto simbolico che si intrecciano nel segno della giustizia, della pace e della dignità.
Cori: approvata una mozione per il riconoscimento della Palestina
Il Consiglio comunale di Cori ha recentemente approvato una mozione che chiede al Governo italiano di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina come entità democratica e sovrana. Un’iniziativa votata con convinzione dalla maggioranza e promossa dal sindaco Mauro De Lillis e dalla presidente del Consiglio comunale Annamaria Tebaldi. “Un atto dovuto – hanno dichiarato – non solo politicamente, ma soprattutto umanamente. Quanto sta accadendo a Gaza è inaccettabile e non può più essere tollerato”. Il documento, oltre a chiedere il riconoscimento politico, invita anche a sostenere l’ingresso della Palestina all’ONU e a impiegare ogni strumento diplomatico per fermare la colonizzazione e l’annessione dei territori occupati.
La mozione impegna il Comune a farsi promotore presso le istituzioni regionali e nazionali di un’azione condivisa, che tenga viva l’attenzione su una delle più gravi emergenze umanitarie del nostro tempo. Un’iniziativa che segue il patto di gemellaggio firmato ad aprile tra Cori e Betlemme, ulteriore dimostrazione di un legame autentico tra comunità.
Terracina: anche qui via libera alla mozione per la Palestina
Pochi giorni dopo Cori, anche il Consiglio comunale di Terracina ha approvato una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Un atto politico forte e chiaro, in linea con quanto già fatto da altre città europee e italiane, che segna la volontà di una parte importante del territorio pontino di prendere posizione di fronte alla tragedia umanitaria in corso a Gaza. Il voto, arrivato in un clima di forte partecipazione e sensibilità, ha ribadito l’urgenza di politiche internazionali improntate ai diritti umani e alla pace.
Ponza: la bandiera della Palestina e l’azione notturna contro il pontile Ciccio Nero
Un’altra voce si è levata da Ponza, dove il titolare del noto pontile “Ciccio Nero”, Umberto Di Maio, ha deciso di esporre la bandiera palestinese come gesto di solidarietà verso le vittime della guerra a Gaza. Il vessillo è stato issato con un messaggio chiaro e pacifico: «Espongo la bandiera palestinese non contro qualcuno, ma a favore dei diritti umani di tutti».
Ma nella notte tra il 3 e il 4 giugno, tre persone hanno fatto irruzione sul pontile con l’intento di rimuoverla. Secondo quanto denunciato, prima del gesto avrebbero tentato di corrompere il vigilante notturno per ottenere la rimozione della bandiera in cambio di denaro. Al suo rifiuto, hanno agito con la forza. Il caso è stato denunciato ai Carabinieri di Ponza, che hanno aperto un’indagine per identificare i responsabili.
Il gesto ha provocato un’ondata di indignazione non solo sull’isola, ma anche oltre. La comunità ebraica locale – perfettamente integrata nella realtà isolana – ha condannato l’atto, ribadendo la necessità di un confronto civile anche in presenza di opinioni diverse sul conflitto mediorientale.
Non episodi isolati, ma coscienze che si muovono
I fatti di Cori, Terracina e Ponza non sono episodi isolati, ma segnali di un sentimento diffuso: quello di chi non vuole più restare in silenzio di fronte alle violazioni sistematiche dei diritti umani che da mesi, anni, decenni, colpiscono la popolazione palestinese. Le istituzioni e i cittadini, insieme, possono farsi portavoce di una richiesta di pace e giustizia.
Cori, Terracina e Ponza, ciascuna con i propri strumenti, il voto di un Consiglio, la scelta etica di un’attività privata, hanno voluto dire con forza che ogni vita ha valore, e che non esistono confini quando a parlare è la solidarietà per il popolo palestinese. Un messaggio che, oggi più che mai, merita di essere ascoltato.
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