È Polemiche a Latina sulla vicenda dei chioschi. In una città, Latina, dove i processi per reati mafiosi sembrano ormai parte dell’arredo urbano, l’Amministrazione Celentano decide di abbellire il lungomare… con un’assenza clamorosa. Sì, perché sulla costituzione parte civile del Comune nel processo per le intimidazioni legate ai chioschi del lungomare, la Sindaca ha pensato bene di sfilarsi. Peccato che i beni coinvolti siano demaniali comunali. Peccato che l’accusa parli di 416-bis. E peccato, soprattutto, che perfino la “toppa” per giustificare il buco sembri cucita peggio.

M5S all’attacco: “Decisione politica grave”
A lanciare il j’accuse è la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Ciolfi, che senza mezzi termini definisce “politicamente inaccettabile” la mancata costituzione. “Due parametri avrebbero dovuto far saltare Sindaca e Giunta dalla sedia – dice – beni demaniali comunali e aggravante mafiosa. Ma non è successo nulla“.
La motivazione addotta dalla prima cittadina – “mancata notifica della Procura” – viene smontata con disarmante semplicità: “In passato il Comune si è costituito parte civile anche senza notifica“. Per il Movimento, quindi, il problema non è procedurale, ma tutto politico.

Dalla parte della giustizia? Non oggi, grazie.
Ma non finisce qui. Perché la Sindaca ha pure annunciato che si muoverà solo in sede civile, sostenendo che sarebbe “più efficace”. Traduzione: meno rumore, meno impegno politico, più comodo per tutti. Ciolfi non ci sta: “Costituirsi parte civile è un gesto politico forte, un segnale inequivocabile. Non si può sostituire con una richiesta di risarcimento e sperare che la collettività si senta rappresentata“.
Chi guida l’Avvocatura? Non un avvocato
Altro nodo della questione: l’organizzazione interna dell’Avvocatura comunale, ancora nelle mani della Segretaria Generale non togata. Un’anomalia, secondo il Movimento, che genera confusione e inefficienze.
E qui arriva il colpo di scena: lo stesso senatore Calandrini, oggi in maggioranza, in passato aveva denunciato questa situazione chiedendo un dirigente iscritto all’Elenco Speciale. Oggi? Silenzio assoluto. L’Avvocatura è stata consegnata alla Segretaria Generale, nonostante tutto.
Il centrodestra? Altri tempi, altre scelte
Ironia della sorte, in passato era stato proprio il centrodestra – quello vero, d’altri tempi – a stabilire l’obbligo per il Comune di costituirsi parte civile in caso di reati edilizi. Sindaco Finestra, poi Zaccheo e infine Di Giorgi avevano mantenuto quella linea. Oggi? La prima bozza del nuovo regolamento dell’Avvocatura, a quanto pare, limiterebbe la costituzione solo ad alcuni reati, per “risparmiare”. Un’economia strana, quella che taglia sulla giustizia.
La domanda che resta a Latina sulla vicenda dei chioschi: si può ancora rimediare?
“Esiste ancora un margine per costituirsi parte civile? “, chiede Ciolfi, lanciando la palla in Consiglio. Secondo il M5S, la Sindaca ha il dovere – politico, prima ancora che tecnico – di fare tutto il possibile per rimediare a questa scelta. E soprattutto, spiegare pubblicamente chi ha suggerito (o non ha suggerito) questa strategia che oggi nessuno vuole rivendicare.
La mancata costituzione parte civile del Comune, nel processo sulla intimidazione sui chioschi del lungomare, rischia di diventare un segnale di debolezza da parte dell’amministrazione comunale e di rassegnazione da parte dell’intera di città di Latina.
La legalità non è un optional (e nemmeno la memoria)
Nel silenzio generale, la sensazione è che la Giunta Celentano abbia perso un’occasione non solo per difendere l’immagine della città, ma per ribadire un principio fondamentale: contro l’illegalità si combatte, anche nei tribunali, anche quando è scomodo, anche se costa.
Perché a furia di scegliere la strada meno impegnativa, si finisce per perdere la direzione.
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