La crisi della Crik Crok di Pomezia è ormai insostenibile. Lavoratrici e lavoratori da mesi affrontano una condizione di precarietà economica e umana che si aggrava di giorno in giorno. A denunciarlo sono le segreterie territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che lanciano un appello forte e chiaro: “Serve un cambio di passo da parte di tutti i soggetti istituzionali e aziendali, prima che sia troppo tardi”.
Fondata nel 1949, la Crik Crok è stata per decenni uno dei marchi simbolo dell’industria alimentare italiana, conosciuta per le sue patatine e snack inconfondibili, dai classici Puff alle varianti più recenti dai gusti internazionali, come quelle al lime. Fino a pochi anni fa contava 156 dipendenti ed esportava in 25 Paesi esteri, con una presenza stabile anche nel settore della distribuzione cinematografica e domestica. Oggi però lo scenario è radicalmente cambiato: l’azienda è in attesa della decisione del Tribunale di Velletri sul piano di rientro proposto per evitare il fallimento, mentre si profila all’orizzonte la possibile entrata di nuovi soggetti imprenditoriali. Il futuro dello stabilimento di Pomezia, dove ancora lavorano 96 persone, resta legato all’esito del piano industriale e alla capacità effettiva di risanare una situazione debitoria complessa.
La produzione è ridotta al minimo, le giornate lavorative sono sempre più rare e la cassa integrazione straordinaria, già attivata, non è ancora stata pagata. In assenza di reddito, decine di famiglie si trovano in una situazione di grave difficoltà economica.
“Chi lavora ha continuato a farlo con responsabilità e dignità, ma questo impegno non è stato ripagato – affermano i sindacati – L’incertezza è aumentata, la gestione aziendale resta problematica e ora si aggiunge la presentazione di un nuovo concordato preventivo che getta ulteriori ombre sul futuro”. I sindacati chiedono inoltre “il pagamento immediato della cassa integrazione straordinaria da parte dell’Inps, nonché il riconoscimento di quanto dovuto a lavoratrici e lavoratori e comunque un sostegno economico che garantisca condizioni di vita dignitose.”
Un quadro che si fa ancora più preoccupante considerando il valore industriale e sociale della Crik Crok sul territorio pometino. Lo storico marchio della produzione di snack salati è una delle realtà produttive più significative della zona e la sua eventuale chiusura rischia di avere ricadute drammatiche non solo occupazionali ma anche economiche.
“Abbiamo sostenuto ogni tentativo di salvaguardia con serietà e rispetto – concludono Fai, Flai e Uila – ma oggi è il momento della verità: le promesse devono diventare atti concreti. Non si può più calpestare il rispetto e il coinvolgimento del personale”.
I sindacati confermano che proseguiranno con determinazione nella difesa dei diritti, dei salari e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Ma chiedono risposte immediate: il tempo è scaduto.