Una vera discarica abusiva a Ponza, proprio nel cuore di una delle spiagge più amate del Lazio. A Cala Feola, angolo incantato dell’isola, i Carabinieri del nucleo forestale di Latina e la Polizia Locale hanno sequestrato un’area di circa mille metri quadrati, invasa da rifiuti speciali: barche in disuso, plastica, metalli e legname abbandonati senza alcun controllo. Il sospetto è che il materiale provenga da un vecchio cantiere navale dismesso situato a ridosso della spiaggia.
La discarica abusiva a Ponza apre anche a delle domande.
Ma la vera domanda è un’altra: com’è possibile che un luogo tanto prezioso sia stato ridotto così, nell’indifferenza generale?
Non si tratta di spazzatura nascosta, ma di cumuli di materiali visibili a occhio nudo, lasciati in uno spazio pubblico e frequentatissimo durante l’estate. Dove erano le istituzioni? Chi avrebbe dovuto vigilare?
Secondo i primi accertamenti, i rifiuti potrebbero essere stati interrati e accumulati nel tempo, sempre nei pressi del cantiere. Al momento è stata presentata una denuncia contro ignoti, ma le indagini sono in corso per risalire ai responsabili e valutare la gravità del danno ambientale.

La discarica abusiva a Ponza non è solo un problema di degrado. È un simbolo di disattenzione, di mancanza di controllo, di una cultura che lascia marcire anche ciò che dovrebbe essere protetto. Cala Feola meritava altro: una tutela seria, una sorveglianza continua, un rispetto profondo per il suo paesaggio.
Un brutto biglietto da visita per l’isola Pontina che punta tutto sul turismo estivo, spesso, ad onor del vero, poco disciplinato. Sono davanti agli occhi di tutti come spesso l’isola sia presa d’assalto da imbarcazioni con a bordo persone con scarso senso civico e che mettono a repentaglio le bellezze ambientali e paesaggistiche del territorio.
Anche a Ventotene il problema dei rifiuti
Non c’è pace quindi per le Isole Pontine. A Ventotene si è assistito ad un abbandono indiscriminato di rifiuti, un manifesto della monnezza, che ha portato la FRZ, che gestisce il servizio, ad una polemica accesa con il Sindaco. La Spunta ne ha parlato con diversi articoli.
Quel che resta ora, per Ponza, è una spiaggia sequestrata e un’amara lezione da non dimenticare..
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