Il Monumento ai martiri delle Fosse Ardeatine a Filettino
Un paese senza corteo del 25 aprile è come un libro di storia strappato a metà. Succede a Genazzano, dove per la prima volta in 80 anni di celebrazioni democratiche, l’amministrazione comunale ha deciso – con tanto di ordinanza – il divieto del tradizionale corteo e l’apposizione delle corone sulle lapidi dedicate ai martiri della Resistenza. In cambio: un discorso solitario del sindaco all’ingresso del paese. Sobrio, si dirà. Ma anche profondamente fuori luogo.
Valeriani (PD): “Decisione senza senso, servono interventi istituzionali”
A sollevare il caso è stato Massimiliano Valeriani, consigliere regionale del Partito Democratico e presidente della Commissione Trasparenza. Le sue parole non lasciano spazio a dubbi:
“Non si usi il dolore per la perdita del Papa emerito per cancellare la memoria storica. Il Sindaco ha dato una lettura tutta personale all’invito alla sobrietà del Governo, arrivando a vietare una celebrazione civile e popolare”.
Per Valeriani, il rischio è che si utilizzi un contesto di lutto per attuare scelte politiche divisive. E chiede l’intervento del Prefetto per ripristinare quanto meno il diritto alla memoria, oltre che alla libertà di espressione. Il divieto del sindaco di Genazzano del corteo del 25 aprile, sarebbe, dunque, un non senso.
Cosentino (AVS): “La democrazia non è un’opzione, è un obbligo morale”
Non meno duro l’intervento di Cosentino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, che definisce la scelta del Sindaco “in linea con le pretese di sobrietà imposte dal Governo”. Per Sinistra Italiana, questa non è solo una brutta pagina locale, ma un simbolo di pericolosa disaffezione verso le fondamenta democratiche del Paese.
“Il 25 aprile è festa nazionale perché celebra chi ha sacrificato la vita per la libertà. Non può essere ridotto a un monologo amministrativo”.
ANPI, opposizione, cittadini: il 25 aprile non si cancella
Anche l’ANPI – che da sempre presidia simbolicamente e fisicamente questa giornata – ha espresso la sua contrarietà, sottolineando come Genazzano rappresenti una comunità con una forte tradizione resistenziale. Il timore, condiviso da più fronti, è che l’ordinanza genazzanese possa aprire un precedente.
“Oggi Genazzano, domani dove? Chi decide dove si può o non si può ricordare i caduti per la libertà?”
Sobrietà sì, ma non quando diventa censura
Nessuno chiede fuochi d’artificio o parate militari. Il richiamo alla sobrietà è comprensibile, specie in momenti di lutto collettivo. Ma il divieto del Sindaco di Genazzano del corteo del 25 aprile, una commemorazione civile e storica, prevista da decenni, non è sobrietà. È censura camuffata da buonsenso. Questo il senso delle dichiarazioni di Cosentino e Valeriani.
La Resistenza non si commemora solo nei libri, polemiche sul divieto del corteo per il 25 aprile a Genazzano
La decisione di vietare il corteo del 25 aprile a Genazzano ha riacceso i riflettori su una realtà sempre più tangibile: la memoria democratica è fragile, e può essere erosa anche da piccoli gesti, da ordinanze apparentemente formali ma fortemente simboliche.
Il 25 aprile non è solo una data sul calendario. È una promessa collettiva di non dimenticare.
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