A Torvaianica si è svolta una nuova iniziativa di Ecoitaliasolidale contro l’inquinamento marino. Decine di volontari, cittadini e istituzioni si sono dati appuntamento presso il Club Water Tribes per ripulire la spiaggia dopo le recenti mareggiate, che hanno portato a riva plastiche e rifiuti di ogni genere.
La raccolta ha restituito un quadro serio: bottiglie, barattoli, posate monouso, cicche di sigaretta, imballaggi alimentari e siringhe usate. Un’emergenza che secondo Ecoitaliasolidale “impone un piano tempestivo e strutturato per la rimozione dei detriti – a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Ogni anno tonnellate di plastica finiscono in mare, alimentando un’emergenza globale che trova un riflesso tangibile anche nel nostro territorio“.
Il fiume Tevere rimane sotto accusa come principale veicolo di microplastiche nel Mar Tirreno. Uno studio dell’Università di Tor Vergata rivela che tra il 2006 e il 2016 sono state riversate nel Mediterraneo oltre 8.000 tonnellate di microplastiche, con il Tevere come maggiore responsabile.
All’evento hanno partecipato Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale di Ecoitaliasolidale, Gaetano Di Staso, coordinatore del Litorale Romano, Giuliana Salce, responsabile laziale dell’associazione e la consigliera comunale di Pomezia Elisa Arzente.
Il Mar Mediterraneo sta affrontando anche l’emergenza legata al surriscaldamento: il recente rapporto IPCC prevede un aumento di 4,5°C della temperatura superficiale entro il 2100, con pesanti rischi per la biodiversità marina.
Dati globali lanciano segnali d’allarme: dal 1950 a oggi sono state prodotte 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, di cui il 79% si trova in discarica o disperso nell’ambiente, e secondo le proiezioni entro il 2050 gli oceani potrebbero contenere più plastica che pesci. “La plastica contribuisce al 3,7% dell’effetto serra e potrebbe arrivare al 4,5% entro il 2050″, ha spiegato il prof. Luigi Campanella.
Ecoitaliasolidale rilancia il progetto per istituire il Parco Nazionale del Tevere, un’area protetta Plastic Free che includa quattro regioni, 82 comuni e 80.000 ettari: l’obiettivo è la candidatura a patrimonio UNESCO.
La richiesta dell’associazione è chiara: applicare subito la legge “SalvaMare” con i suoi decreti attuativi, permettendo ai pescatori di portare a terra la plastica raccolta accidentalmente. “Dobbiamo difendere la Terra che ci consente di vivere e il Mare che ci fa respirare”, sottolineano gli organizzatori, “soprattutto per garantire un futuro alle generazioni che verranno, partendo dalle nostre spiagge“.