Dieci Comuni della provincia di Frosinone – Frosinone, Alatri, Arnara, Ferentino, Morolo, Patrica, Pofi, Supino, Torrice e Veroli – hanno firmato la convenzione per la costituzione e attivazione del servizio Europa di Area Vasta. L’obiettivo è strutturare una rete efficace per l’accesso ai fondi europei e realizzare economie di scala, favorendo benefici sia per i cittadini sia per le imprese locali.
La firma è avvenuta nell’aula consiliare del Comune di Frosinone, ente capofila, e ha visto la partecipazione di tutti i sindaci delle città coinvolte. Presenti anche il presidente della Commissione Vincenzo Iacovissi, il consigliere delegato all’ufficio Europa Marco Ferrara, insieme ai consiglieri Christian Alviani, Andrea Turriziani e Corrado Renzi.
Il Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha sottolineato il valore dell’iniziativa: “Gli amministratori qui presenti, in questa data storica, hanno dimostrato che è possibile fare squadra valorizzando l’identità e l’orgoglio di ciascun campanile, attraverso la condivisione di obiettivi importanti volti al benessere del tessuto economico e sociale dei propri concittadini. Captare i fondi diretti della comunità europea, attraverso la costituzione dell’Area Vasta, potrà infatti costituire una chiave di volta fondamentale per lo sviluppo delle nostre comunità, specie in questo particolare momento storico. La firma dell’accordo di oggi è una vittoria dell’intero territorio.”

Il nuovo servizio Europa di Area Vasta metterà in rete le competenze dei diversi Comuni per accedere in modo più efficace ai fondi europei, con un’attenzione particolare a progetti di sviluppo socioeconomico, culturale e all’internazionalizzazione dei territori. La struttura opererà in modo snello e coordinato, diventando un punto di riferimento unico per la gestione delle politiche comunitarie e la presentazione di richieste di finanziamento.
La convenzione prevede inoltre la creazione di una sede unica del servizio Europa di Area Vasta presso l’Ente capofila, con una durata triennale prorogabile. Il modello mira anche a favorire la condivisione di buone pratiche sull’utilizzo delle risorse e a coinvolgere, oltre ai Comuni, attori del comparto privato, terzo settore e Regione, considerati strategici per l’accesso alle opportunità europee.
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