Il capogruppo del PSI, Vincenzo Iacovissi, interviene sul calo demografico di Frosinone e lancia la proposta di un Polo Interuniversitario del Lazio come soluzione concreta per rilanciare il capoluogo.
Nel recente Consiglio comunale, Iacovissi ha citato le difficoltà nei collegamenti tra Frosinone e Roma dopo il probabile diniego di Ferrovie alle corse veloci dedicate.
Il rischio, secondo Iacovissi, è quello di ridimensionare le ambizioni della città come polo attrattivo per nuove famiglie e residenti: “Il fatto è che verrebbero spente sul nascere le ambizioni di poter rappresentare un polo di attrazione capace di generare flussi di potenziali residenti”.
Il dibattito si è spostato anche sui progetti della stazione Tav a Ferentino, la cui realizzazione resta incerta e, secondo il PSI, non risolverebbe alla radice il problema dello spopolamento.
Tempi di percorrenza ancora lunghi e costi elevati rischiano di escludere molte fasce di popolazione. Iacovissi sottolinea che, ad oggi, mancano impegni concreti e risorse per l’opera.
La vera svolta, per il capogruppo socialista, sarebbe qualificare Frosinone come centro di eccellenza universitaria per il Lazio e l’intera macroarea del Basso Lazio, Molise, Abruzzo e Alta Campania.
A fianco della già attiva convenzione con l’Università di Cassino, il Comune potrebbe puntare su nuove partnership con atenei come La Sapienza e altre università romane: “Pensiamo ai ritorni in termini di offerta culturale di alto livello, pensiamo ai benefici per le famiglie frusinati”.
Un polo interuniversitario ridurrebbe i costi per le famiglie, offrirebbe alle nuove generazioni istruzione di qualità e porterebbe un beneficio economico e sociale generale, favorendo il ripopolamento della città.
“Frosinone diventerebbe un polo di attrattività e di apertura culturale. E da tante zone gli studenti potrebbero venire nel capoluogo a studiare. Innescando un effetto domino virtuoso in termini di ripopolamento, cultura e prospettive economiche”.
Iacovissi conclude rimarcando che la città dispone di spazi pronti ad accogliere l’iniziativa, grazie a una rapida razionalizzazione del patrimonio immobiliare esistente e ad accordi con i privati. “È il momento del coraggio, non del tirare a campare. È il momento di osare, non del compromesso al ribasso.”
L’idea del polo interuniversitario di Frosinone, proposto dal capogruppo del PSI, in sostanza potrebbe essere percorribile, se ci fosse una visione prospettica della città, un programma di respiro, una mission chiara su Frosinone. Ma visto quanto accade nella attuale maggioranza c’è poco da stare allegri.
Basta guardare come è andata a finire su Tav e treni veloci. Nonostante le tante chiacchiere Frosinone non ha ottenuto nulla, nonostante la cosiddetta filiera politica.
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