Nel pomeriggio di martedì 18 marzo, nella sede della biblioteca “Bruno Martellotta” di Grottaferrata, si è tenuta la presentazione del libro “Sulle tracce del tempo” di Maurizio Bocci.
L’evento ha raccolto un numero incredibile di persone, interessato non solo all’autore – giornalista e profondo conoscitore dei Castelli Romani – ma anche alla partecipazione di Roberto Libera, direttore del Museo, e Giacomo Tortorici, alla guida del consorzio Sistema Castelli Romani.
La presenza di tre profondi conoscitori della nostra realtà ha fatto sì che l’occasione della presentazione del libro di Bocci sia stato il pretesto per una intensa discussione sulla storia dei Castelli Romani e, soprattutto, sull’impatto che gli eventi storici hanno avuto sulla realtà odierna e su quali siano le prospettive future di questo territorio.

E così, quando Roberto Libera ha chiesto all’autore del libro quali siano stati i periodi storici più importanti e fondanti dei Castelli Romani, così ha risposto Bocci: “Le eruzioni vulcaniche, che hanno plasmato uno straordinario territorio, hanno inciso fortemente sulla nostra storia. Ad iniziare con gli insediamenti del popolo dei Latini, poi con la formazione dei “castra” da cui sono originati i castelli feudali a cui è seguito il fenomeno della villeggiatura dei potenti dello Stato pontificio.

“Senza contare che la conformazione del territorio è stata sempre il fattore decisivo per lo sviluppo della nostra economia. Poi la nascita della Lega Latina, momento di maggiore identità e di orgoglio della nostra storia, ci doveva insegnare che l’unione fa la forza e che era l’unico modo per contrastare lo strapotere di Roma Capitale. Di contro, i lunghi secoli del Medioevo, contraddistinti da guerre feroci per la conquista dei vari feudi, hanno determinato quelle rivalità tra le varie località castellane che ci portiamo ancora dietro.
“Infine, il lungo periodo delle vacanze dei nobili dello Stato Pontificio, degli artisti del Gran Tour e, delle famiglie romane ci doveva far capire che dovevamo investire sul turismo e non sull’edilizia residenziale, perché questo è un territorio unico al mondo, dove, per esempio, è possibile passeggiare lungo meravigliosi boschi di castagno e visitare antichi acquedotti, anfiteatri, santuari pagani, chiese e romitori medievali”.
Giacomo Tortorici ha poi posto l’attenzione sull’offerta turistica dei Castelli Romani, con un focus sulla rete di sentieri del parco. Rivolgendosi a Maurizio Bocci, noto anche per la sua esperienza di escursionista, ha chiesto quali percorsi naturalistici meritino maggiormente di essere esplorati per le loro testimonianze storiche.

Bocci, con l’ausilio di immagini evocative, ha accompagnato il pubblico in un viaggio ideale attraverso i sentieri più affascinanti dei Castelli Romani: l’emozione di percorrere la Via Sacra con la sua storia millenaria e con i panorami mozzafiato sui Castelli Romani; il periplo del lago di Nemi che racchiude siti archeologici di grandissimo valore; la via Francigena del Sud, dove si alternano acquedotti romani e romitori medievali e l’antico percorso della cristianità incontra la via Sacra: un itinerario che intreccia storia e natura, offrendo emozioni a ogni passo.
A concludere, Maurizio Bocci ha lanciato una riflessione critica: “Non aver creato l’Unione dei Castelli Romani ed essere entrati a far parte della Città Metropolitana è stato un segnale molto negativo che porterà questo territorio ad essere in futuro un quartiere periferico di Roma.
“Ripercorrendo i fasti dei Castelli Romani nel corso dei secoli, si scopre invece un sorprendente patrimonio storico e artistico in grado di restituire esperienze forti ed emozioni impensabili ad un passo da Roma. Le istituzioni locali dovrebbero rendersi conto che il turismo culturale è la ricetta vincente per creare interesse verso questi luoghi che hanno il proprio punto di forza in una tradizione millenaria che attinge a piene mani dalle sue vicende storiche e dalla sua natura.”