A Grottaferrata si accende il dibattito politico attorno alla gestione dell’associazione Josè Marti Kids & Green APS, dopo le dimissioni della presidente. Il Comitato Fare Bene a Grottaferrata e il Movimento Politico Libertas sottolineano che la vicenda, legata all’affidamento di un immobile comunale da parte del Comune, richiede trasparenza e risposte immediate.
Le dimissioni della presidente, che ricopre anche il ruolo di segretario del Partito Democratico cittadino — seconda forza della coalizione comunale — sono viste dai promotori dell’iniziativa come la conferma della gravità della situazione.
La questione, affermano, non ha ancora trovato il necessario chiarimento, soprattutto alla luce dei legami politici all’interno dell’ente beneficiario della convenzione.
Il nodo centrale riguarda la possibilità che il sindaco Mirko Di Bernardo possa garantire una gestione imparziale della convenzione, visto che nell’organo amministrativo dell’associazione figurano due ex membri di spicco del PD e che il partito esprime l’assessora all’Ambiente, competente in materia.
A rendere più complesso il caso è la presenza, fino a data recente, della sorella della vice sindaca nel registro RUNTS dell’associazione. Il segretario del PD sostiene che la cancellazione risalga a novembre 2024, prima della delibera di giunta n. 257 del 24 dicembre 2025, ma secondo il Comitato Fare Bene e Libertas la nomina risalirebbe solo al 19 ottobre 2024.
Le due forze politiche chiedono al sindaco di acquisire e rendere pubblica tutta la documentazione che confermi le dichiarazioni del segretario PD, evidenziando che la presenza della vice sindaca alla seduta di approvazione della delibera potrebbe configurare una violazione di legge.
In assenza di prove chiare, il Comitato e Libertas ritengono necessarie le dimissioni della vice sindaca e, se la vicenda non venisse chiarita entro pochi giorni, anche quelle del sindaco, accusato di non saper garantire il pieno rispetto delle regole e della legalità amministrativa.
Una questione che, avvertono, rischia di gettare ombre sulla correttezza di tutti gli atti prodotti dall’amministrazione negli ultimi tre anni, con possibili ripercussioni anche sulle future decisioni urbanistiche legate al PUCG.