La Cassazione annulla l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati giudicati con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta “Tritone”.
L’indagine, che nel febbraio del 2022 portò all’arresto di oltre 60 persone era stata avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con accuse di mafia, traffico di stupefacenti e altri reati, causando anche lo scioglimento per mafia dei Comuni di Anzio e Nettuno.
Una decisione che è un fulmine a ciel sereno, anche per le ripercussioni che lo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno ha comportato.

L’accusa di associazione mafiosa è stata annullata, mentre restano le condanne per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, dell’agevolazione mafiosa, elementi che saranno oggetto di nuova valutazione nel giudizio di rinvio.
Ma la Cassazione, ha anche disposto il rinvio alla Corte di Appello per un nuovo giudizio nei confronti di Lorenzo Fabrizio, Gallace Bruno, Italiano Vincenzo, Samà Francesco, Paduano Daniele, Forte Piero, Usai Federico, Tedesco Cosimo, Bartolomei Fabrizio, Mezinaj Gentian, Leoni Franco, Scognamiglio Ciro, Alessandrini Guido, De Gilio Pasquale, Menichetti Saverio.
Nuovo giudizio in corte di Appello anche per Tedesco Cosimo, De Gilio Pasquale, Ricca Alfio, Usai Federico, Marco Pirri e Francesca Romagnoli, per i quali la Cassazione ha disposto il rinvio a una nuova sezione della Corte d’Appello di Roma.
Ribaltata quindi la sentenza emessa dal processo Tritone che adesso andrà riscritto senza l’associazione mafiosa, che vale la pena ricordare fu anche il motivo con il quale il Prefetto sciolse le amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno.