L’inflazione ad aprile registrata dall’Istat rimane stabile all’1,9% rispetto al mese precedente. Tuttavia, il dato relativo ai prezzi del carrello della spesa segna un’accelerazione, passando dal +2,1% di marzo al +2,6%. Questo incremento riguarda soprattutto beni essenziali come energia e alimenti, ma coinvolge anche i servizi legati ai trasporti, in crescita dal 1,6% al 4,4%.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, l’impatto di questa situazione sui bilanci delle famiglie italiane è importante: si stimano maggiori spese pari a 598,60 euro l’anno per una famiglia media, di cui oltre 156 euro soltanto per il comparto alimentare.
Nel dettaglio, i dati segnalano una forte variazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, passati da un’inflazione tendenziale del 27,2% al 31,7%. I beni alimentari non lavorati crescono dal +3,3% al +4,2%, mentre quelli lavorati dal +1,9% al +2,2%.

Le conseguenze e le ricadute dell’inflazione di aprile, sui consumi familiari sono già evidenti: si registra una riduzione degli acquisti di carne e pesce (-16,9%), con uno spostamento verso tagli e prodotti meno costosi, e una diminuzione del 2,4% per frutta e verdura.
Più della metà dei cittadini (51%) cerca attivamente offerte, sconti e articoli prossimi alla scadenza. In aumento anche la spesa effettuata nei discount, con un +12,1%.
Federconsumatori sottolinea l’assenza di risposte adeguate da parte del Governo sulla gestione dell’aumento del costo della vita.
L’associazione chiede interventi urgenti su più fronti: rimodulazione dell’Iva sui prodotti di largo consumo, creazione di un fondo per contrastare la povertà energetica e alimentare, revisione degli oneri di sistema sull’energia, stanziamento di risorse per la sanità pubblica e una riforma fiscale che sostenga realmente i redditi medio-bassi.