L’inflazione a settembre 2025 si attesta all’1,6%, secondo le stime preliminari dell’Istat diffuse oggi. La situazione mostra un’accelerazione nei prezzi dei beni alimentari lavorati (dal +2,7% al +3,0%) e dei beni energetici regolamentati (dal +12,9% al +14,0%).
Si registra anche una ripresa nei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che passano da -6,3% a -5,2%. I beni alimentari non lavorati vedono un lieve rallentamento (da +5,6% a +4,8%), ma restano comunque a livelli che pesano notevolmente sulle famiglie.
Il tasso relativo al cosiddetto ‘carrello della spesa’ scende leggermente dal +3,4% al +3,2%, ma le conseguenze sulle tasche delle famiglie restano significative. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (ONF) stima una maggiore spesa annua per una famiglia media pari a +504 euro, di cui 185,60 euro solo per il settore alimentare.
Secondo Federconsumatori, questi dati destano preoccupazione, soprattutto a fronte di consumi in calo e di numerose rinunce da parte delle famiglie. L’osservatorio segnala una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%), uno spostamento verso prodotti meno pregiati, un aumento degli acquisti in offerta o di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine travolta dal 51% dei cittadini) e una crescita della spesa presso i discount (+12,1%).
Le famiglie, spiega Federconsumatori, sono spesso costrette a queste scelte dal blocco dei salari e dall’aumento delle difficoltà economiche, aggravate anche da fenomeni speculativi. Un recente intervento dell’Antitrust, citato nella nota, ha accertato un cartello tra le maggiori compagnie petrolifere per l’aumento del prezzo dei carburanti tra il 2020 e il 2023.
Questa pratica – che riguarda oltre l’80% del mercato – ha comportato, secondo Federconsumatori, gravi danni ai cittadini e aumenti indiretti sul costo dei beni trasportati.
Federconsumatori sollecita misure concrete e urgenti: la rimodulazione dell’Iva sui beni di largo consumo, la creazione di un fondo contro la povertà energetica, risorse per sanità e diritto allo studio, una riforma fiscale a tutela dei redditi bassi e medi, e azioni di contrasto alle speculazioni lungo le filiere. Questi interventi, sottolinea l’associazione, sono ritenuti essenziali per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie italiane.





