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Home » Blog » LA GUERRA DEI PRECARI E LE INGIUSTIZIE DI UNA FORMAZIONE AD OLTRANZA PER UN LAVORO SENZA SPERANZA.

LA GUERRA DEI PRECARI E LE INGIUSTIZIE DI UNA FORMAZIONE AD OLTRANZA PER UN LAVORO SENZA SPERANZA.

Parla, in esclusiva su La Spunta, una docente specializzata e abilitata che sostiene i colleghi esclusi dai 30 CFU
Adele AvellaAdele Avella01/06/20248 Mins Read

Il caos dell’apertura delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) per il biennio 2024-2026, che si chiuderà il prossimo 10 giugno, sta diventando un caso nazionale. Il 4 giugno prossimo il Comitato docenti di Sostegno con il supporto della FLC CGIL e la presenza della Federazione UIL Scuola Rua, saranno presenti presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MiM) per manifestare apertamente tutto il loro dissenso riguardo le attribuzioni di punteggio sulla graduatoria del sostegno a seguito dei corsi abilitanti (30 CFU) e dell’inserimento “a pettine” dei titoli esteri. 

La richiesta che verrà fatta al Ministero sarà un intervento immediato al fine di modificare la tabella di valutazione titoli relativa alle graduatorie del sostegno (ADSS e ADMM). I punteggi in graduatoria sono cruciali perché anche solo un punto in più o in meno può fare la differenza tra ottenere una supplenza o restare senza lavoro. Nelle GPS, che si aprono ogni due anni, tutte le nuove abilitazioni e nuovi titoli conseguiti consentono di inserire un certo punteggio sulla propria classe di concorso. Nel 2023, il DPCM del 4 agosto, ha introdotto nuovi corsi abilitanti, con durata diversa e diversi requisiti. I primi a partire sono stati quelli, ormai noti, dei 30 CFU, i più brevi in termine di durata. Tali corsi non sono stati però attivati per tutte le classi di concorso, e questa situazione ha creato una vera e propria disparità tra docenti. Non solo. La recente ordinanza ministeriale n.88 del 16 maggio 2024 ha deciso di attribuire fino a 36 punti ai docenti abilitati ai corsi dei 30 CFU.

La situazione sembra, ora, davvero incandescente. Da una parte si schierano tutti quei docenti ingiustamente esclusi dalla possibilità di accedere ai percorsi abilitanti che concederebbero un elevato punteggio anche sulla classe di concorso del sostegno, e dall’altra tutti i docenti che essendosi abilitati intendono combattere per vedere loro riconosciuti tali punti. Una guerra tra precari, una guerra per rivendicare i propri diritti da ambo le parti.

I corsi abilitanti non sono per tutti

Nel mezzo di questa diatriba così intricata, si inseriscono un numero cospicuo di insegnanti che seppur iscritti a tali corsi abilitanti non vedranno riconosciuto il punteggio citato poiché le loro Università, non riusciranno a rispettare il termine perentorio del 10 giugno. Il Decreto Ministeriale n. 583 del 29 Marzo del 2024, stabiliva infatti la possibilità di inserire con riserva l’abilitazione dei 30 CFU, entro il 30 Giugno. Sulla base di tale indicazione ministeriale, dunque, moltissime Università hanno dato il via al secondo ciclo dei corsi abilitanti, convinte di avere il tempo materiale di espletare il monte ore prefissato, ovvero 180 ore.

Ma la successiva normativa, ovvero l’Ordinanza n.88 del 16 maggio 2024, ha invece fissato inequivocabilmente il termine entro e non oltre il 10 Giugno, data in cui si chiudono le GPS. Moltissimi docenti, a causa di questo corto circuito, mal gestito a livello di comunicazione da tutti gli attori coinvolti, si trovano ora nel limbo di non poter caricare il punteggio prefissato, che darebbe loro modo di scavalcare moltissimi colleghi non abilitati, malgrado abbiano pagato molti soldi per ottenere tale salto nelle GPS.

Un ginepraio molto complesso che sta mettendo sul piede di guerra, gli uni contro gli altri, migliaia di docenti precari, in vista di una stabilizzazione sempre più lontana.

In questa situazione così complessa, esiste un barlume di speranza, data dall’empatia e dalla solidarietà. Il caso di una docente, regolarmente iscritta ai percorsi abilitanti, che conseguirà il titolo in tempo utile per vedersi riconosciuto il grande punteggio in graduatoria, ci spiega perché il 4 giugno scenderà in piazza accanto ai suoi colleghi precari, esclusi dalla possibilità di abilitarsi.

L’intervista esclusiva

Gentile docente, può innanzitutto fare una breve presentazione del suo profilo professionale.

Sono una docente specializzata su sostegno, laureata in Scienze filosofiche presso l’Università degli studi di Palermo. Da qualche anno lavoro come insegnante di sostegno con contratto a tempo determinato. La mia aspirazione è quella di continuare ad insegnare, dato che è ciò che amo fare. Per questo mi piacerebbe ottenere una stabilizzazione futura attraverso il ruolo. 

Posso chiederle cosa preferirebbe insegnare, la sua materia o preferirebbe il ruolo di docente di sostegno?

Sono due aspetti molto diversi dell’insegnamento, entrambi gratificanti. Mi piacerebbe molto insegnare filosofia perché è una mia grande passione, ma anche l’esperienza come insegnante di sostegno è stata ed è tuttora molto appagante, perché mi ha dato finalmente la possibilità di svolgere il lavoro che ho sempre desiderato. 

Innanzitutto, le chiederei qual è stata la motivazione per la quale ha deciso di frequentare questi Corsi da 30 CFU.

Non c’è stata una vera e propria motivazione. Quando mi sono iscritta la sensazione personale era che di questi corsi avessi ricevuto poche informazioni. Paradossalmente, proprio per questo motivo, ho deciso di iscrivermi: temevo che altrimenti ci sarebbero potuti essere risvolti negativi per le mie possibilità lavorative.

Ritiene ci sia stata la giusta comunicazione da parte di Università, Ministero e Sindacati in merito alla reale importanza di questi corsi?

Ritengo che le informazioni dateci siano state troppo vaghe, imprecise e che non ci abbiano messo nelle condizioni di fare una valutazione completa.

Dal suo personale punto di vista, questo corso di formazione è stato utile?

Io credo che in questo caso il tema principale non sia tanto l’utilità del corso, quanto l’organizzazione generale che ha gettato una intera categoria nello smarrimento più totale, privandola della possibilità di effettuare una scelta consapevole, disponendo di tutti gli elementi necessari a orientarla.

Lei appartiene a quella parte di docenti che riusciranno ad abilitarsi entro il 10 giugno, data ultima per l’inserimento in GPS del titolo e del relativo punteggio, cosa pensa di questa situazione?

Le mie considerazioni riguardano ordini differenti. Il primo è strettamente personale, emotivo e affettivo: sono molto dispiaciuta per i miei amici e colleghi con cui ho lavorato fianco a fianco che, come noi tutti, non sono stati opportunatamente informati del fatto che queste novità avrebbero alterato considerevolmente gli equilibri in GPS, con il risultato di pagare un alto prezzo, senza avere avuto la possibilità di scegliere consapevolmente. La seconda considerazione è di ordine generale, perché la loro esperienza è allarmante per tutta la categoria: se può accadere a loro di ritrovarsi improvvisamente a fare i conti con la possibilità concreta di non ottenere lavoro senza avere avuto gli elementi per compiere una valutazione, allora può accadere a tutti noi. Io sinceramente vorrei ricevere un trattamento migliore in quanto lavoratrice.

Nella normativa di riferimento (il Decreto Ministeriale n.583 del 29 marzo 2024 e la successiva Ordinanza Ministeriale n.88 del 16 maggio 2024) ci sono delle incongruenze di fatto,quindi molti docenti che pensavano di riuscire ad inserire il titolo entro il 30 giugno con riserva, non godranno del punteggio aggiuntivo sul sostegno, cosa ne pensa? Dove risiede il corto circuito di questo sistema?

Io credo che uno dei problemi sia dovuto alle tempistiche, insufficienti per poter dare a tutti equità di opportunità. Un altro problema è legato alla confusione organizzativa.

Inoltre, il secondo ciclo dei 30 CFU, partito a marzo, come da decreto Ministeriale 583, ha di fatto tagliato fuori alcune classi di concorso non attivate e tutti gli specializzandi sul sostegno dell’VIII ciclo, non avendo ancora conseguito la specializzazione, cosa ne pensa?

Penso che tutti coloro che sono stati tagliati fuori siano vittime di un’ingiustizia ancora maggiore. Nel loro caso, non c’è stato nemmeno il modo poter operare una scelta. Semplicemente sono stati tagliati fuori da ogni possibilità.

Cosa ne pensa dell’inserimento “a pettine” degli specializzati sul sostegno all’estero? Meritano questo riconoscimento? E cosa accadrà sulle GPS?

Credo che sia prima opportuno verificare se il loro percorso di formazione sia compatibile con il nostro sistema scolastico e con i requisiti che richiede al docente di sostegno 

Il 4 giugno prossimo ci sarà una manifestazione nei pressi del MiM, indetta e organizzata dal Comitato Docenti specializzandi sul Sostegno con il supporto della FLC CGIL e la presenza della Federazione UIL, per protestare nei confronti di queste criticità, cosa ne pensa?

Penso che sia giusto esprimere il proprio dissenso e che sia la cifra della buona salute di uno Stato democratico.

Infine, come valuta questa guerra tra precari generata a seguito dell’apertura delle GPS? Chi ha ragione e chi ha torto?

È l’aspetto che più mi dispiace. Non penso che i colleghi abbiano delle colpe: è comprensibile che in un sistema che dà la precedenza a chi ha un punteggio maggiore, la competizione diventi serrata. E stiamo parlando di competere per avere il pane, dunque, capisco bene le ragioni di tutti. Però penso anche che, finché siamo così divisi, siamo anche deboli nelle rivendicazioni collettive. Perché è vantaggioso per tutti unire le forze in nome di battaglie che riguardano in primo luogo dei principi che ci tutelano: equità di opportunità e trasparenza nella comunicazione. E tutti vorremmo lavorare in queste condizioni perché, altrimenti, verrebbero meno garanzie valide per noi lavoratori.

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