La ristrutturazione della biblioteca comunale “Aldo Manuzio” di Latina continua a rappresentare un tema centrale nel dibattito cittadino. In vista della Commissione Lavori Pubblici, convocata per venerdì mattina dal presidente Furlanetto, la consigliera del Gruppo misto Daniela Fiore sottolinea criticità e auspica un cambiamento di passo.
«Attendiamo di conoscere nella commissione Lavori Pubblici lo stato di avanzamento degli interventi per la ristrutturazione della biblioteca comunale di Latina. Si tratta di un cantiere diventato a tutti gli effetti una storia infinita, emblema delle criticità nella gestione del patrimonio pubblico. Dal 2019 i lavori, che avrebbero dovuto richiedere sei o sette mesi, si sono protratti per oltre sei anni», dichiara Fiore.
Secondo la consigliera, la struttura ha riaperto parzialmente nel maggio 2023 con una sala lettura limitata, la sezione infanzia e adolescenza e un angolo di emeroteca, mentre il grande salone centrale resta chiuso. «A più di sei anni dalla chiusura — sottolinea Fiore — l’accesso agli spazi e ai volumi è ancora limitato e il servizio rimane incompiuto, nonostante le esigenze e le richieste degli studenti e delle studentesse. Un’occasione mancata finora per la comunità, in una città fortemente carente sul piano dell’offerta culturale».
Fiore chiarisce che la questione non riguarda solo tempistiche o lavori edilizi, ma coinvolge il ruolo stesso della biblioteca: «Non si tratta solo di rimettere in funzione una struttura, ma di ripensare il ruolo stesso della biblioteca nella vita culturale di Latina. Dobbiamo chiederci cosa intendiamo per servizio bibliotecario e cosa vogliamo offrire alla comunità, in particolare ai giovani, al di là di un semplice luogo in cui studiare o prendere in prestito volumi».
La consigliera propone la creazione di un comitato per il rilancio della Manuzio che coinvolga Polo bibliotecario regionale, università, scuole, librerie, associazioni culturali e cittadini. «Solo attraverso una rete stabile di collaborazione – afferma – potremo far sì che la biblioteca diventi motore di una nuova stagione di partecipazione: un bene comune, crocevia di relazioni culturali e sociali, e non un’isola scollegata dal resto della città».
Fiore guarda anche alla digitalizzazione dei servizi e a una maggiore apertura verso nuovi contenuti multimediali e archivi digitali: «In un’epoca segnata dalla digitalizzazione generalizzata – conclude Fiore – restituire alla città la sua biblioteca significa investire sulla conoscenza e sull’identità culturale di Latina. Meritiamo una biblioteca all’altezza del ruolo di capoluogo di questa città: moderna, accessibile, partecipata e viva ogni giorno, cuore pulsante di attività culturali e luogo di formazione permanente per tutte le generazioni».





