Il Coordinamento Contro le Nocività Ambientali dei Castelli Romani segnala gravi criticità dopo l’approvazione, il 30 luglio scorso, del nuovo PUCG (Piano Urbanistico Comunale Generale) nel consiglio comunale di Marino.
Il piano autorizza la costruzione di 650mila metri cubi di nuove edificazioni su oltre 200mila metri quadri, uno sviluppo che comporterebbe l’arrivo di almeno 6.500 nuovi residenti.
Secondo le realtà territoriali, questa decisione avrà profonde conseguenze sulla già delicata situazione ambientale e infrastrutturale dei Castelli Romani. “Erano presenti con noi, tra il pubblico, anche un buon numero di palazzinari, proprietari dei terreni interessati, beneficiari di rendite mirabolanti, che sostenevano questo nuovo scempio“, si legge nella nota diffusa dal Coordinamento.
Gli effetti diretti riguarderanno la densità abitativa di Marino, che, secondo il comitato, salirà dal terzo al secondo posto della provincia, superando Roma e preceduta solo da Ciampino.
L’espansione edilizia aumenterà la cementificazione e, dunque, l’impermeabilizzazione del territorio, con incrementi significativi di consumo idrico, produzione di rifiuti e traffico: “Quasi 6.000 nuove autovetture al giorno contribuiranno ad aumentare il già congestionato traffico, sia sulle stradine locali, che sulla Via Appia, Via Nettunense, via dei Laghi e via Ardeatina“.
Preoccupano anche i risvolti sanitari, sociali e ambientali. “I nuovi abitanti avranno bisogno di servizi sanitari, educativi, trasporti pubblici, zone di verde pubblico, servizi sociali ed amministrativi e magari spazi dove poter condividere qualcosa di più di un ‘non-luogo dormitorio’. Ma per tutto ciò, il PUCG nulla specifica. Solo case su case“.
Il documento evidenzia inoltre i rischi collegati alle limitazioni idriche, con la richiesta al gestore ACEA di dotare d’acqua e fogne i futuri abitanti, in un’area già sottoposta a vincoli regionali per la tutela delle falde idriche (DGR 445 / 2009).
Non mancano riferimenti al recente e passato scenario politico locale, compreso il ritorno di polemiche su interessi personali e politici esplicitati dalle divisioni interne alle forze di maggioranza e alla posizione di astensione di un esponente PD.
Il Coordinamento conclude attaccando l’“indifferenza istituzionale” e ribadendo l’impegno “per la difesa dei Castelli Romani da interessi economici che ne mettono a rischio vivibilità ed ecosistemi”.
Le realtà territoriali contestano il nuovo piano urbanistico che prevede 6.500 nuovi abitanti