La Commissione Trasparenza del Comune di Ardea si è riunita ieri per affrontare una questione che definisce “paradossale”: il ridimensionamento del servizio OEPAC, che offre assistenza educativa agli alunni con disabilità, e le cause legali scaturite da tale decisione.
Durante la seduta sono emersi dati che mostrano quanto sia stato oneroso per l’ente tagliare un servizio essenziale.
Secondo il report illustrato, mentre il Comune riduceva l’assistenza, molte famiglie hanno fatto ricorso alle vie legali. Questo ha comportato finora oltre 150.000 euro di spese per incarichi legali.
Più precisamente, sono stati registrati 39 incarichi affidati ad avvocati con 25 ricorsi presentati dalle famiglie: di questi, 12 sono stati accolti, uno parzialmente accolto e 9 invece favorevoli all’ente.
Sono ancora tre i casi pendenti. Le somme già pagate ammontano a 152.478 euro, con oltre 33.000 euro ancora da liquidare e meno di 10.000 euro recuperabili dal Comune.
“Una sproporzione evidente, che rende chiaro quanto sia miope tagliare su un servizio essenziale, per poi spendere – e perdere – in tribunale. In pratica, si finanziano gli avvocati, non l’inclusione”, si legge nella nota diffusa dal presidente della VII Commissione Controllo e Garanzia Luca Vita e dal capogruppo di Ardea Domani Niko Martinelli.
Durante la seduta, il dirigente Manotta ha proposto alcune soluzioni per evitare il ripetersi del problema: attivare patti extraterritoriali con altri Comuni, potenziare strumenti come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e l’assistenza specialistica.
Tutti strumenti che, si sottolinea, potrebbero dare supporto a una parte degli studenti ma non sono sovrapponibili al servizio OEPAC originario.
Vita e Martinelli esprimono apprezzamento per la volontà di trovare soluzioni, pur sottolineando che manca una reale direzione politica: “Colpisce, ancora una volta, l’assenza di una direzione politica da parte della maggioranza, che continua a delegare scelte strategiche ai dirigenti e ai funzionari”.
Si evidenzia inoltre la mancata convocazione della Commissione Servizi alla Persona, ferma da oltre un anno, e la giacenza del nuovo regolamento OEPAC.
“Nel frattempo, a pagare sono le famiglie e i bambini. Non è più accettabile. È ora che l’Amministrazione si assuma la responsabilità di governare con coraggio, con priorità chiare, mettendo al centro i diritti e il futuro dei più fragili”, concludono i consiglieri nella nota.