Sorge a pochi metri dall’ingresso di Lariano, lungo la via Ariana, un enorme scheletro di cemento e ferro che da decenni domina il paesaggio urbano: è il cosiddetto “Palazzaccio”, una struttura incompiuta diventata simbolo di degrado e di questioni amministrative mai risolte.
Su questo tema è intervenuto Paolo Fiorini, che in una nota pubblica ha sollevato forti dubbi sulla gestione del caso da parte dell’Amministrazione comunale, chiedendo che si agisca con la stessa severità e coerenza adottata nei confronti dei cittadini coinvolti in abusi edilizi.

“Abbiamo sentito tutti parlare di demolizioni a Lariano per violazioni urbanistiche — afferma Fiorini — ma allora dov’è la coerenza? Perché un ecomostro incompiuto resta ancora a sfigurare l’immagine del nostro paese, proprio a due passi dal Comune e da un plesso scolastico, sulla principale via di accesso al centro?”
Secondo Fiorini, l’Amministrazione dovrebbe chiarire se per il “Palazzaccio” siano state completate tutte le opere di urbanizzazione previste all’epoca del rilascio della concessione edilizia. “C’è una polizza fideiussoria a garanzia di quegli impegni – prosegue – ma ho seri dubbi che i cittadini stiano beneficiando delle opere previste. Qualcuno verifichi, magari l’opposizione, che dovrebbe fare il proprio dovere”.
L’intervento si fa ancora più netto quando Fiorini invoca una verifica formale e un’ordinanza di demolizione:
“Una verifica del caso e una riduzione in pristino dell’area sono ormai doverose. Quel manufatto costituisce un evidente elemento di degrado. Se il titolo edilizio è decaduto e le opere sono prive di autonomia e funzionalità, la sanzione ripristinatoria è legittima”.

Il cittadino ed ex consigliere comunale, conclude con un appello alla trasparenza e alla legalità:
“Il Consiglio Comunale deve dare risposte e chiarire se ci siano danni erariali. I rappresentanti locali hanno il dovere di trasmettere segnali coerenti di legalità, impedendo disuguaglianze e favoritismi che alimentano sfiducia e cattiva politica”.
Per Fiorini, il “Palazzaccio” non è solo una ferita nel paesaggio, ma anche il simbolo di una politica locale che deve tornare a occuparsi davvero dell’interesse pubblico, con scelte trasparenti, coraggiose e motivate.





