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Home » Blog » Processo Tritone: Gli avvocati Tedesco e Placanica “Giacomo Madaffari non è il capo della locale di Anzio”

Processo Tritone: Gli avvocati Tedesco e Placanica “Giacomo Madaffari non è il capo della locale di Anzio”

RedazioneRedazione17/10/20243 Mins Read
Il Tribunale di Velletri

Sono riprese le udienze al Tribunale di Velletri per il processo Tritone. La parola è agli avvocati difensori degli indagati che a vario titolo sono coinvolti nella vicenda di n’drangheta che ha scosso i comuni di Anzio e Nettuno, portando allo scioglimento dei rispettivi consigli comunali.

Dopo l’avvocato Luca Cianferoni che ha difeso Madaffari Bruno è stata la volta dell’avvocato Giovanni Tedesco che invece difende Giacomo Madaffari.

Nella lunga arringa, l’avvocato ha cercato di smontare la tessi accusatoria ricostruita dal Pm Musarò. Secondo l’avvocato non ci sono gli elementi per definire Giacomo Madaffari il capo della locale di n’drangheta di Anzio.

“Giacomo Madaffari ha sempre lavorato. E’ andato via da Santa Cristina d’Aspromonte che aveva sette anni e ci è ritornato che ne aveva 40” ha detto in un passaggio l’avvocato Tedesco.

L’avvocato Cesare Placanica

“Avete fatto una ricostruzione secondo la quale Madaffari sarebbe il capo della locale di Anzio, ma non c’è nessuna evidenza di questa circostanza. In nessun processo è mai emersa una locale di Santa Cristina. – ha proseguito l’avvocato Tedesco – Voi sapete che la n’drangheta replica le sue strutture, se non è mai esistita a Santa Cristina, come fa Giacomo Madaffari ad essere il capo della locale di Anzio? Qualcuno dovrebbe avergli dato l’ordine, lo avrebbe dovuto investire. Quali sono gli elementi? La Procura non lo dice. Qui nessuno ha fatto un giuramento, nessuno ha fatto riti di n’drangheta.” Ha continuato l’avvocato difensore di Madaffari.

“Con chi si confrontava Madaffari a Santa Cristina, da chi prendeva ordini? Questo dovremmo sapere.” Ha affermato l’avvocato Tedesco.

L’avvocato Cesare Placanica sempre per la difesa di Madaffari Giacomo ha sostanzialmente detto che “Non bisogna seguire la retorica del PM, visto che mancano gli elementi oggettivi. C’è una consorteria di stampo mafioso su Anzio e Nettuno? C’è come esistenza di un club e di un espressione di un programma criminoso? esistono tre o più persone che si sono accordate e che giustificano un 416 bis? Non ci sono prove, sono risibili.” L’avvocato Placanica, già conosciuto come difensore di Carminati nel processo Mafia capitale, ha proseguito il suo intervento facendo riferimento anche ai contatti con la politica anziate di quel periodo “Secondo il Pm si sostanziano in un paio di telefonate con Capolei. Sapete che ruolo ha Capolei? E’ il rappresentate di Forza Italia e cosa gli dice Madaffari, metti tizio in lista, prendi questa ditta qua? No si vedono per organizzare un pranzo. Questo è un processo senza fatti” ha chiosato l’avvocato Placanica.

La tesi difensiva è comunque ben precisa. Dimostrare che ad Anzio e Nettuno non è mai esistita una locale di n’drangheta, che Madaffari, Perronace, non hanno mai fatto parte di una locale di n’drangheta facente capo a Santa Cristina d’Aspromonte, perché non esisterebbe nessuna locale di Santa Cristina d’Aspromonte. Che i comportamenti di Madaffari non sono da capo della n’drangheta locale. Le arringhe finiranno oggi poi la parola passerà al Giudice per trarre le conclusioni

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