Svolta storica per l’industria ciociara: presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato ufficializzato l’accordo che sancisce la cessione dello stabilimento Saxa Gres di Anagni alla Newco Jamara dell’imprenditore Massimo Di Risio, fondatore del gruppo automobilistico DR Automobiles avviando una operazione che segna l’inizio di un processo di riconversione dello stabilimento di Anagni, dalla produzione di ceramica a quella di automobili, salvaguardando tutti i 67 lavoratori impiegati nel sito della Città dei Papi.
La soddisfazione dei sindacati
UGL Frosinone, UGL Chimici e la Federazione Nazionale UGL Chimici hanno espresso piena soddisfazione per la positiva conclusione della vertenza.
“Si apre una pagina nuova per la nostra provincia – commenta Enzo Valente, Segretario Generale UGL Frosinone e vice Segretario Nazionale UGL Chimici – approda un imprenditore italiano con una solida esperienza nel settore automotive. È un investimento che assume un valore ancora più grande considerando la crisi dello stabilimento Stellantis di Cassino.”
Valente ha inoltre sollecitato l’apertura di un tavolo regionale per rilanciare anche il progetto di economia circolare legato allo stabilimento di Roccasecca.
Benefici occupazionali e prospettive future
Il Segretario Nazionale UGL Chimici Eliseo Fiorin ha sottolineato il ruolo del sindacato nella trattativa e l’importanza di un rapido iter autorizzativo per far partire il progetto:
“Il piano DR può bilanciare in parte la crisi di Cassino, ma serve il sostegno di tutta la filiera politica e tempi rapidi per le autorizzazioni.”
Il Segretario Provinciale UGL Chimici Marco Colasanti ha annunciato che, oltre ai 67 dipendenti trasferiti, è prevista una crescita occupazionale nei prossimi mesi, con ammortizzatori sociali a supporto nella fase di transizione.
Un segnale per il territorio
La riconversione industriale ad Anagni arriva in un contesto di investimenti crescenti nella parte nord della Ciociaria, dove – oltre a DR – è in corso l’espansione di Novo Nordisk. Tuttavia, i sindacati denunciano ancora l’esclusione del sud del Lazio dalla Zona Economica Speciale, definendola “incomprensibile” .