Una occupazione sistemica del Comune. E’ quanto emerso dalla relazione che ha portato allo scioglimento del Comune di Aprilia deciso a seguito della durissima relazione redatta dalla Prefettura di Latina, guidata da Vittoria Ciaramella. La decisione è arrivata dopo l’attività della Commissione d’accesso, inviata nel Comune laziale a seguito dell’operazione antimafia “Assedio”. L’indagine ha rivelato non una semplice presenza mafiosa, ma un’occupazione sistemica della macchina amministrativa da parte della criminalità organizzata.
L’operazione “Assedio” e l’arresto del sindaco
Nel luglio 2024, l’operazione “Assedio”, condotta dalla DIA di Roma e dal Comando dei Carabinieri di Latina, ha portato all’arresto di 25 persone, tra cui il sindaco Lanfranco Principi.
Coinvolti anche due ex amministratori di Aprilia, Antonio Terra e Luana Caporaso, e un dirigente comunale. Le indagini hanno fatto emergere la presenza di un clan mafioso autoctono guidato dal latitante Patrizio Forniti, capace di infiltrarsi nella pubblica amministrazione con complicità interne.

Continuità politica e controllo mafioso
Secondo la relazione della Prefettura, vi è una continuità preoccupante tra l’attuale amministrazione sciolta e quella precedente (2018-2023). Gli stessi nomi ricorrono nei ruoli chiave, consentendo al clan di radicarsi nella struttura amministrativa e pilotarne le decisioni in maniera strutturata.
Una “occupazione” vera e propria della macchina comunale
La Commissione d’accesso ha ricostruito un quadro inquietante: la criminalità non si è solo infiltrata, ma ha occupato l’amministrazione comunale. Dalla relazione sono emerse nomine pilotate, pressioni negli appalti pubblici e manipolazione delle decisioni urbanistiche, con la complicità diretta o indiretta di funzionari e politici.
Elezioni inquinate e patto tra clan e politica
Nelle elezioni amministrative del 2023, almeno una delle liste elettorali era infiltrata da soggetti vicini al clan. La relazione parla di un patto politico-mafioso strutturato: voti in cambio di appalti, incarichi e privilegi, mettendo in crisi i meccanismi democratici locali.
Appalti truccati, PNRR e favoritismi
Tra gli aspetti più gravi sottolineati nella relazione prefettizia, la gestione degli appalti pubblici, molti dei quali affidati direttamente a imprese legate al sodalizio mafioso. Omissioni nella banca dati ANAC, favoritismi e violazioni nelle procedure PNRR (inclusa una maxi-fattura irregolare), hanno permesso l’appropriazione indebita di fondi pubblici.
Trasporti, sport, edilizia popolare: la rete del consenso
Dalla gara truccata per il trasporto pubblico locale, alla gestione opaca degli impianti sportivi e degli alloggi popolari, emerge un sistema dove l’illegalità era normalizzata. Il clan controllava strutture pubbliche tramite prestanome e parenti degli indagati, coperti da amministratori compiacenti.
Beni confiscati inutilizzati: la rinuncia alla legalità
Grave anche il mancato utilizzo dei beni confiscati alla mafia: l’amministrazione non ha partecipato alle conferenze con l’Agenzia nazionale, lasciando immobili inutilizzati. Una doppia sconfitta: economica e simbolica nella lotta alla criminalità.
Tasse non riscosse e complicità silenziosa
La Prefettura ha inoltre evidenziato gravi carenze nella riscossione fiscale. La mancata azione verso i morosi ha consolidato un clima di impunità, ben noto agli organi amministrativi.
Scioglimento del Comune di Aprilia: la risposta dello Stato
Di fronte a un’amministrazione completamente compromessa, il Ministero dell’Interno ha decretato lo scioglimento del Comune di Aprilia. A guidare il comune per i prossimi 18 mesi sono stati chiamati alla Commissione straordinaria Vincenza Filippi, Enza Caporale e Rita Guida.
Certo una relazione che rilascia un quadro veramente preoccupante del territorio apriliano, che ora dovrà dimostrare di avere gli anticorpi per reagire e sgomberare il campo. I cittadini sono chiamati a selezionare con maggiore attenzione la classe dirigente che si presenterà alle prossime elezioni, per evitare che situazioni simili possano verificarsi di nuovo.
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