Non si arresta lo stato di agitazione del personale docente e Ata all’istituto Rosselli di Aprilia. La Gilda Insegnanti di Latina, tra i sindacati promotori della mobilitazione iniziata lo scorso 30 maggio, sottolinea come il disagio tra i lavoratori resti “profondo e diffuso”. La coordinatrice provinciale Patrizia Giovannini evidenzia che, pur non avendo mai interrotto le attività didattiche, il malessere del personale riguarda condizioni di lavoro e relazioni interne.
“Ci saremmo aspettati – dichiara Giovannini – un cambio di passo da parte della dirigente, maggiore apertura all’ascolto delle criticità. Invece si continua a minimizzare, liquidando la protesta come l’iniziativa di una minoranza isolata, quando così non è”. La segretaria rimarca come, nonostante la regolare tenuta degli esami di Stato anche grazie all’intervento sindacale presso l’Ambito territoriale di Latina, permangano questioni irrisolte, in particolare la mancata sottoscrizione del contratto integrativo di istituto.
Secondo la Gilda, la gestione del dirigente scolastico si caratterizza da tempo per “un’impostazione unilaterale, che ha generato tensioni crescenti”. Giovannini denuncia “atti d’imperio, senza alcun rispetto dei criteri di continuità didattica”. Ne risente anche il clima tra gli studenti. “Non esiste dialogo con le rappresentanze del personale e la risposta ai dissensi è spesso il ricorso alla sanzione”.
Tra le problematiche ancora aperte spiccano pure i ritardi nei pagamenti dei progetti finanziati con fondi Pnrr. “Ci sono docenti che hanno lavorato regolarmente e attendono ancora il compenso. Il dirigente scolastico non è un datore di lavoro qualsiasi: ha il dovere di coordinare, mediare, costruire un clima collaborativo e rispettoso”.
Dalla Gilda emerge forte preoccupazione anche per il calo delle iscrizioni e per il numero significativo di trasferimenti richiesti: “Una ventina i trasferimenti richiesti e ottenuti dai docenti nell’ultimo anno”, ricorda Giovannini, aggiungendo che “fino a poco tempo fa il Rosselli era un istituto richiesto, oggi registra una flessione evidente. È un segnale d’allarme che non può essere ignorato”.
La richiesta è quella di un intervento concreto delle autorità: “Una scuola che è sempre stata un riferimento nel panorama provinciale – ammonisce Giovannini – rischia di perdere la propria funzione educativa e sociale, e di andare incontro a un declino irreversibile”.
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