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Home » Economia » Sviluppo nel sud Lazio: porti, imprese e innovazione

Sviluppo nel sud Lazio: porti, imprese e innovazione

Da Gaeta ad Anagni, tra porti e poli farmaceutici: come PNRR e investimenti privati stanno trasformando l’economia
RedazioneRedazione07/10/2025 ore 18:084 Mins Read Economia

Il sud del Lazio vive da anni una condizione socioeconomica fragile che la Regione fatica a riconoscere. Andrea Amata, capogruppo della Lega in Consiglio provinciale di Frosinone, ha messo in fila le tre sfide che decideranno il futuro dell’area: l’inclusione delle province nella Zona economica speciale (ZES), la crisi dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano e la realizzazione di una stazione dell’alta velocità.

L’estensione della ZES a Marche e Umbria è stata definita “un’occasione mancata” perché ha lasciato fuori Frosinone, Latina e Rieti, province già in difficoltà. La conseguenza, avvertono gli amministratori locali, è una “desertificazione economica”: imprese e capitali potrebbero spostarsi appena oltre il confine per godere delle agevolazioni fiscali, lasciando dietro di sé una perdita di investimenti e posti di lavoro.

Infrastrutture e porti: la riqualificazione di Gaeta

Le infrastrutture giocano un ruolo decisivo nella capacità di attrarre investimenti. L’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale, che gestisce Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, ha ottenuto 195 milioni di euro per completare opere strategiche e collegamenti ferroviari e stradali di “ultimo miglio”. Oltre alla darsena di Civitavecchia, il network lavora al rilancio della cantieristica navale: insieme al Consorzio industriale del sud pontino si stanno riqualificando le attività di costruzione e di itticoltura spostandole a ridosso del porto commerciale di Gaeta.

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Per favorire nuovi investimenti e sviluppare la blue economy, la Regione punta anche sulla Zona logistica semplificata (ZLS) intorno ai tre porti: procedure amministrative semplificate e infrastrutture adeguate dovranno attrarre imprese legate alla nautica, alla logistica e all’economia circolare.

Crisi dell’automotive e spinta all’innovazione

Se l’area portuale guarda al futuro, il comparto automotive affronta una tempesta. Lo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano, che produce modelli Alfa Romeo e Maserati, ha visto la produzione crollare e fa costante ricorso alla cassa integrazione. La mancanza di un piano industriale chiaro e la transizione forzata verso l’elettrico vengono additate come cause di una crisi sistemica che rischia di lasciare a casa centinaia di lavoratori. Per questo Amata e i sindacati chiedono al governo di aprire un tavolo permanente con Stellantis e di adottare politiche industriali attive che sostengano la produzione locale.

La Regione Lazio risponde con una strategia diversa, puntando sull’innovazione. Il 24 settembre 2024 la vicepresidente Roberta Angelilli ha presentato un programma da 75 milioni di euro, gestito da Lazio Innova, per rafforzare la dotazione di capitale di rischio e accompagnare la crescita di imprese e start‑up innovative. L’obiettivo è trasformare il Lazio in un polo attrattivo per il fare impresa innovativo, sfruttando i fondi europei (Pr Fesr 2021/2027) e coinvolgendo operatori specializzati.

La strategia si articola in tre assi: un fondo di fondi che investe in venture capital tramite procedura pubblica, un fondo diretto per investimenti in start‑up e uno strumento orientato agli acceleratori. I settori prioritari comprendono spazio, aeronautica, biotech e intelligenza artificiale; nel Lazio sono già presenti circa 1 600 start‑up innovative. L’assessora Angelilli ricorda che il Lazio è la seconda economia italiana e deve colmare il divario con le regioni più dinamiche.

Un maxi investimento farmaceutico ad Anagni

Tra le notizie che hanno acceso l’ottimismo c’è il maxi investimento della multinazionale danese Novo Nordisk. Il 7 luglio 2025 l’azienda ha annunciato un piano industriale da oltre 2 miliardi di euro per trasformare l’ex stabilimento Catalent di Anagni in un hub mondiale per la produzione di farmaci contro obesità e diabete. Il progetto, ribattezzato “Novo Nordisk Fill and Finish Expansion Anagni”, è considerato l’investimento più significativo fuori dalla Danimarca negli ultimi cento anni ed è riconosciuto dal Governo come intervento di interesse strategico nazionale. La nuova fabbrica, che si affiancherà ai siti di Bloomington e Bruxelles, non ha chiesto incentivi pubblici e utilizzerà tecnologie avanzate di automazione e robotica.

Si prevede la creazione di 1 500 nuovi posti di lavoro qualificati e la nascita di un ecosistema dell’innovazione che metterà in sinergia imprese, università e centri di ricerca. Per migliorare l’accessibilità, la Regione e Astral hanno sbloccato un investimento di oltre 2,9 milioni per completare l’asse viario di Selciatella ad Anagni. I numeri confermano la portata del settore: l’export farmaceutico del Lazio ha raggiunto 12,7 miliardi di euro, con un aumento del 157% nell’ultimo decennio; nel primo trimestre 2025 l’export regionale è stato di 9,2 miliardi, trainato dai prodotti farmaceutici con un +24%.

Prospettive future

L’economia del sud Lazio oscilla tra criticità e opportunità. L’esclusione dalla ZES rischia di frenare le PMI e accentuare la dipendenza da Roma, ma la riqualificazione dei porti, i fondi del PNRR e i programmi di venture capital possono creare nuove sinergie. Mentre lo stabilimento Stellantis attende un futuro definito, il polo farmaceutico di Anagni dimostra che la provincia di Frosinone può attrarre investimenti globali e creare occupazione qualificata. La sfida per i prossimi anni sarà tradurre i progetti in realtà, migliorare le infrastrutture e sostenere la formazione dei giovani per evitare la fuga di talenti.

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Redazione

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