È atteso per le 23 di questa sera all’aeroporto di Fiumicino l’arrivo di Tommaso Bortolazzi, lo skipper di Albano Laziale rimasto recluso per diversi giorni nel carcere israeliano di Ktziot, nel deserto del Negev.
La notizia del suo rientro in Italia, confermata da fonti della Farnesina, segna la fine di una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso i Castelli Romani e la comunità internazionale impegnata a chiedere il rilascio dei membri della Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta verso Gaza.
Dal mare al deserto del Negev
Bortolazzi era al comando della Maria Cristina, imbarcazione battente bandiera turca, quando – nella mattinata di giovedì – la barca è stata arrembata dalle motovedette israeliane mentre si avvicinava alle coste palestinesi.
Le unità militari avrebbero utilizzato cannoni ad acqua per fermare la navigazione, prima di procedere all’abbordaggio e al sequestro dell’equipaggio.
Il gruppo, composto da tre cittadini turchi, un uruguaiano e lo skipper italiano, è stato trasferito prima nel porto di Ashdod e successivamente nel centro di detenzione di Ktziot, noto per le dure condizioni di reclusione.
L’intervento della Farnesina e la liberazione
Già nella tarda serata di giovedì, i legali italiani avevano confermato di essere stati contattati dal Ministero degli Esteri, che aveva attivato l’Ambasciata italiana in Israele per garantire assistenza consolare. «L’Ambasciata è riuscita a parlare telefonicamente con i quattro onorevoli – avevano dichiarato i legali – e tutti gli italiani stanno bene».
Secondo quanto trapelato, l’intervento diplomatico si è intensificato nelle ultime 48 ore, fino alla decisione delle autorità israeliane di rilasciare gli attivisti stranieri e consentirne il rimpatrio.
Attesa e sollievo ai Castelli Romani
Ad Albano Laziale cresce l’attesa per il ritorno di Tommaso. Familiari, amici e compagni di viaggio si stanno organizzando per accoglierlo al suo arrivo a Fiumicino. Nella cittadina dei Castelli, dove in questi giorni non sono mancate manifestazioni di solidarietà e appelli alla liberazione, si respira ora un clima di grande emozione e sollievo.
Un ritorno che segna una pagina di storia
La vicenda di Tommaso Bortolazzi, partito da Cipro per guidare la Maria Cristina verso Gaza, resterà una pagina destinata a entrare negli annali della solidarietà internazionale e dell’impegno civile. Il suo ritorno in Italia segna non solo la fine di una prigionia, ma anche l’inizio di una nuova fase di riflessione sulla missione umanitaria che ha acceso i riflettori sul blocco di Gaza e sulla condizione dei civili palestinesi.





