Il Villaggio delle Macine, considerato il più grande villaggio palafitticolo scoperto in Europa e risalente all’età del bronzo, rischia di scomparire per sempre.
Una tragedia silenziosa che riguarda non solo la città di Albano, ma l’intera storia della Civiltà Laziale, culla delle origini di Roma e, simbolicamente, della Civiltà Europea.

A denunciare la situazione è stato l’autore e divulgatore culturale Maurizio Bocci, nel corso della presentazione del suo libro “Sulle tracce del tempo”. Invitato dal giornalista Achille Nobiloni a raccontare la storia del sito, ha spiegato con amarezza come, dopo aver resistito per oltre 4.000 anni, il villaggio delle Macine sia oggi destinato a sparire per colpa dell’incuria umana.
“Quello che è accaduto è difficile da raccontare – ha spiegato Bocci – Il Villaggio delle Macine è la più importante testimonianza della civiltà protostorica del Lazio, ma tra pochi anni non ne resterà più nulla. In quarant’anni nessuno è riuscito a proteggerlo o valorizzarlo”.
Un patrimonio unico abbandonato al degrado
Il villaggio, sommerso dalle acque del Lago Albano, rappresenta un sito archeologico di valore eccezionale, paragonabile a quelli del Trentino e del Nord Italia, dove i siti palafitticoli preistorici sono stati preservati e valorizzati come Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
L’esempio più noto è quello del Villaggio di Viverone, in Piemonte, con circa 3.000 palafitte, oggi inserito nel circuito dei “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”.
Un modello virtuoso di tutela e turismo culturale che, purtroppo, nel Lazio non ha trovato imitazione.

Il rischio di perdere per sempre 4.000 anni di storia
I recenti video girati sul posto mostrano le condizioni drammatiche del Lago Albano e dell’area archeologica, in progressivo degrado.
Un contrasto amaro con altri siti della zona – come il Porto Romano, recentemente recuperato e valorizzato – che dimostra come la tutela del patrimonio storico sia possibile quando c’è volontà politica e progettuale.

“Il Villaggio delle Macine – ha concluso Bocci – è la prova che la nostra storia non si distrugge solo con le guerre, ma anche con l’indifferenza. Abbiamo un tesoro unico, ma stiamo permettendo che venga cancellato per sempre”.
Un appello per la memoria collettiva
Il caso del Villaggio delle Macine riaccende il dibattito sulla tutela dei beni archeologici sommersi del Lazio e sulla necessità di interventi immediati per salvarli dall’oblio.
Un patrimonio che, se protetto e valorizzato, potrebbe diventare una risorsa culturale e turistica di rilievo internazionale.






