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Home » Blog » Processo Tritone: per il PM “I carabinieri infedeli erano amici del boss”. Prossima udienza il 2 ottobre

Processo Tritone: per il PM “I carabinieri infedeli erano amici del boss”. Prossima udienza il 2 ottobre

RedazioneRedazione29/09/20244 Mins Read
Il Tribunale di Velletri

Prosegue senza sosta la requisitoria dei Pm Musarò e Fini sulla presenza della n’drangheta sul territorio di Anzio e Nettuno. Un’altra udienza significativa con le requisitorie dei due PM che hanno illustrato da una parte i rapporti dei sodali di n’drangheta con due carabinieri finiti nella rete della Procura per associazione esterna e la fitta rete per la gestione dello spaccio di stepefacenti.

Particolarmente interessante la requisitoria del Pm Musarò sulla posizione dei due carabinieri Rillo e Dell’Unto che, dalla requisitoria del pubblico ministero, per almeno due anni hanno intrattenuto rapporti con la famiglia Perronace, con alcuni intermediari, tra cui Lorenzo Fabrizio.

Secondo il PM i due carabinieri, che sono stati arrestati e agli arresti domiciliari a seguito dell’indagine Tritone, erano contigui alle attività della locale ndranghetista. Per evidenziare questa contiguità il PM Musarò ha evidenziato alcuni episodi che si sono verificati tra il 2018 e il 2021.

Il Pubblico Ministero ha definito la posizione dei due carabinieri “particolarmente delicata”. Rillo Elia e Dell’Unto Carmine sono carabinieri che svolgono attività nel nucleo operativo che è un presidio dedito alle attività di controllo su persone che potrebbero destare allarme sociale.

Soprattutto Rillo Elia, secondo la ricostruzione del PM, avrebbe avuto molte conoscenze e confidenza con Lorenzo Fabirizo e Perronace Davide. Nel definire meglio questa posizione la procura ha raccontato i fatti relativi alla visita dei due carabinieri nella casa di Davide Perronace, appena ristretto ai domiciliari il 22 marzo del 2018, che non fu relazionata ai superiori e nella quale il Perronace faceva notare che avrebbe comunque fatto entrare in casa sua i propri parenti più prossimi.

Tutto questo si evince dalle intercettazioni ambientali. Un altro episodio riguarda la l’incontro tra Rillo e Lorenzo Fabrizio nel quale avvisa quest’ultimo di far allontanare tal Angelo il Bulgaro da una sala giochi, altrimenti “me lo devo bere” ha citato testualmente il PM dall’intercettazione ambientale.

C’è poi l’episodio nel quale Rillo, sentendosi minacciato chiede a Lorenzo Fabrizio e a Perronace protezione per via di alcune voci secondo le quali, il carabiniere nell’esecuzione di un arresto avrebbe sottratto delle somme di denaro. I due n’dranghestisti di adoperano per risolvere il problema, come ha documentato il Pm Musarò. Nelle intercettazioni emerge anche un incontro tra Rillo e Gallace, avvenuto il 14 giugno del 2018 tre giorni dopo che Gallace era stato condannato in appello.

Di questi incontri non c’è traccia nelle relazioni di servizio, ma dal racconto del PM le evidenze sono riscontrabili negli interrogatori di garanzia, durante i quali i due carabinieri hanno avuto due comportamenti diversi. Rillo ha cercato di minimizzare le contestazioni, ammettendo alcuni incontri, Dell’Unto invece avrebbe addirittura detto il falso.

Secondo il PM l’episodio più significativo è lo scambio di informazioni riservate e soggette a segreto d’ufficio che i due carabinieri avrebbero consegnato a Davide Perronace a casa sua, alla presenza di Lorenzo Fabrizio, che non poteva essere li presente essendo Perronace ai domiciliari.

I due carabinieri avrebbe fornito informazioni circa un furto avvenuto in una pasticceria a Falasche territorio dei Perronace, fornendo anche la foto dell’indiziato del furto, un marocchino tossicodipendente che verrà arrestato proprio dai due carabinieri un mese dopo.

La richiesta arrivava dal Perronace per capire l’entità del furto e per dare una eventuale dimostrazione che nel suo territorio non si poteva mancare di rispetto. A questa richiesta, i due carabinieri, sempre secondo la ricostruzione del PM, si sarebbero messi a disposizione del boss di Falasche.

Nelle dichiarazioni rese all’interrogatorio di garanzia dei due carabinieri, le versioni su questo episodio sarebbero state contrastanti. La PM Fini si è concentrata sul giro di droga che la locale di ndrangheta, invece, gestiva sul litorale, degli affari realizzati, delle relazioni tra i partecipanti al cartello.

Le requisitorie però non sono terminate e avranno fine il prossimo due ottobre. A seguire dal giorno dopo sarà la volta degli avvocati difensori nelle udienze fissate fino al 17 ottobre, quando finite le udienze il giudice Silvia Artuso di dovrà riunire per emettere la sentenza.

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