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Home » Blog » Tra Colleferro e Paliano, in zona Selva, un nuovo Policlinico? La contrarietà dei Comitati.

Tra Colleferro e Paliano, in zona Selva, un nuovo Policlinico? La contrarietà dei Comitati.

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa05/02/20255 Mins Read
L'Ospedale Parodi Delfino di Colleferro

Idee, supposizioni, voci, atti concreti, iniziative dei sindaci e della Regione. Insomma la politica che punta a trarre dei vantaggi sulla possibile realizzazione di opere pubbliche, come lo sono gli ospedali.

Ma di questo nuovo ipotetico ospedale policlinico tra Colleferro e Paliano in piena zona vincolata della Selva, non ci sarebbe traccia nei documenti di programmazione sanitaria regionale.

A sollevare moltissime perplessità sull’argomento la nota dei presidenti dei due comitati, Salute e Ambiente Asl Rm5 e A difesa dell’Ospedale di Colleferro, Stefano Fabroni e Ina Camilli.

Un accorato e lungo intervento, che pubblichiamo di seguito, sulla sanità della Rm5, delle criticità, dei “desiderata” dei politici di turno e le proposte, le necessità di un territorio già martorizzato dal punto di vista ambientale.

“I politici “perdono il pelo ma non il vizio” e la tentazione di intestarsi una mega opera, costosa quanto illusoria, alligna anche in qualche amministratore della provincia romana, impaziente di incrementare il proprio serbatoio di voti.

In alcune occasioni pubbliche, per risvegliare l’interesse dell’opinione pubblica, ormai avvezza a tediose omelie, c’è chi rilancia e chi appoggia il progetto di costruire il nuovo Policlinico della valle del Sacco, nel Comune di Paliano o nel vicino Comune di Colleferro, un posto vale l’altro, purchè i cittadini ci credano.

Lascia basiti che si vogliano colare tonnellate di cemento armato nel Monumento naturale La Selva, un’idea, forse già un progetto, che ha lasciato impassibile il Sindaco di Paliano, quando il solo averlo pensato farebbe cadere tutte le foglie al corbezzolo.

Il Sindaco di Paliano non si è scomposto nemmeno quando il suo malizioso collega di Colleferro, facendo quattro conti, ha dato disponibilità ad una variante urbanistica nel proprio territorio e con una spericolata acrobazia ha poi suggerito alla Regione di mettere le mani anche sulle proprietà regionali a Paliano, appunto sulla Selva.

L’operazione farebbe risparmiare gli “affitti dei locali attualmente in uso alla ASL – di Colleferro – da spostare in futuro nella struttura dell’attuale nosocomio” L.P. Delfino.

E’ imprescindibile informare l’opinione pubblica che la Asl Rm5, cui appartiene il distretto sanitario di Colleferro, ha da anni in programma la costruzione del nuovo Ospedale tiburtino – dedicato a Gino Strada – che vedrà la luce tra un decennio, se tutto va bene.

Il progetto, che era stato presentato dalla Giunta Zingaretti nel 2021, che fine ha fatto? Dai comunicati ufficiali si apprende che a dicembre 2024 la Regione Lazio ha stanziato 2 miliardi e 462 milioni di euro per 5 nuovi ospedali , iniziando proprio con il tiburtino, a cui sono stati assegnati 379 milioni (347 posti letto e 8 sale operatorie).

Il nuovo Policlinico di cui si parla non c’è nella pianificazione regionale, anche se nulla esclude che vi sia in futuro o che Rocca decida di abbandonare l’area tiburtina a favore della valle del Sacco.

Del resto, si sa, la politica è l’arte del possibile (attribuita a Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen, duca di Lauenburg, politico tedesco, soprannominato il Cancelliere di ferro) e il desiderio di attribuirsi la paternità dell’opera non riesce ad essere trattenuto.

Il vero lampo di genio sta nel considerare il nuovo ospedale – pubblico-pubblico o pubblico-privato? – come risarcimento sanitario per un territorio che dopo il 2005 è stato dichiarato sito di interesse nazionale (SIN).

La popolazione della valle del Sacco ha diritto non ad un risarcimento urbanistico, di dubbia fattibilità, ma alla bonifica e alla riqualificazione del proprio territorio, dove vive e lavora: questa deve essere la richiesta alla Regione, se si vuole il bene della comunità.

Non vorremmo poi che anche il progetto del nuovo Policlinico interprovinciale per servire l’area da Palestrina a Frosinone, nato con tutte le migliori intenzioni, facesse la stessa fine del Nuovo ospedale dei Castelli Romani e del Policlinico universitario Tor Vergata, entrambi utilizzati dall’utenza del nostro territorio, ancora da completare a distanza di anni dalla loro progettazione. Addirittura a Tor Vergata ancora non c’è l’ostetricia e da oltre 20 anni si attende il completamento della Torre 8 con 6 piani inutilizzati.

Siamo seri e restiamo con i piedi per terra: abbiamo bisogni di nuove strutture o di far funzionare qui ed ora quelle esistenti, dotandole di personale?

Se chi ricopre ruoli pubblici sente il bisogno irrefrenabile di occuparsi del bene della collettività dovrebbe dedicarsi a risolvere le gravissime e croniche carenze di organico delle strutture sanitarie, rammentate recentemente e ripetutamente sia dai comitati civici territoriali – da posizioni neutrali – che da alcuni sindacati di settore.

Liste di attesa chiuse, cittadini costretti a fare centinaia di chilometri per risolvere le proprie problematiche sanitarie nelle strutture pubbliche, disservizi, inefficienze, presidi sanitari carenti, ricorso forzoso alla sanità privata, sono le problematiche sempre più numerose nel nostro territorio.

Basterebbe assumere subito al Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina sufficiente personale sanitario per tutte le professionalità, in particolare tecnici per far funzionare al meglio le apparecchiature tecnologiche.

A fine novembre 2024 è stata consegnata all’ospedale L.P. Delfino una nuova risonanza magnetica (la prima), ma vorremmo sapere se il suo utilizzo sia ottimale in termini di personale assegnato per le turnazioni.

Inoltre, il concorso bandito da tempo dal Policlinico universitario Tor vergata, che dovrebbe servire anche ad assumere personale per la Asl Rm5, sta incontrando “strane” difficoltà nell’espletamento delle procedure, come fatto presente dai sindacati di categoria.

I cittadini della Asl Rm5, circa 500.000 abitanti, hanno bisogni urgenti e chiedono soluzioni realistiche, non futuribili, non le solite promesse pre-elettorali per alimentare il serbatoio di voti e mantenere il consenso popolare di chi ci amministra.“

Dott. Stefano Fabroni, Presidente Comitato Salute ed Ambiente Asl Rm5

Dott.ssa Ina Camilli, Coordinatore Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro”

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