Maxi operazione antimafia all’alba del 12 febbraio: i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, insieme alla DIA di Roma e con il supporto dei comandi territoriali, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Roma nei confronti di otto persone, sei delle quali portate in carcere e due agli arresti domiciliari. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, detenzione e porto abusivo di armi, nonché di intestazione fittizia di imprese.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e sviluppata tra il 2021 e il 2024, rappresenta il proseguimento delle operazioni che lo scorso luglio hanno portato alla nomina di un commissario prefettizio per il Comune di Aprilia e all’avvio di un’istruttoria per verificare possibili infiltrazioni mafiose.
Dagli accertamenti è emersa l’esistenza di un sodalizio criminale attivo tra Aprilia e Latina, capace di esercitare un controllo capillare sul territorio. Tra gli episodi più gravi documentati dagli inquirenti, il ritrovamento di ordigni esplosivi piazzati contro una società di trasporti. Il clan operava attraverso una rete strutturata, finalizzata sia all’occultamento dei profitti illeciti—grazie a prestanome che gestivano due aziende nel settore della ristorazione e dei profilati plastici, ora sequestrate—sia al finanziamento delle spese legali degli affiliati già colpiti da provvedimenti giudiziari.

Al vertice dell’organizzazione, secondo le indagini, c’era un latitante legato a una cosca della ‘ndrangheta reggina, affiancato da altri esponenti di spicco, già detenuti e ora raggiunti da una nuova ordinanza di custodia cautelare.
Nel corso dell’operazione, sono state effettuate numerose perquisizioni nelle abitazioni degli indagati e sequestrate ulteriori attività economiche riconducibili al clan. L’inchiesta è ancora nella fase preliminare e per tutti gli indagati vale il principio di presunzione di innocenza.