Prosegue il taglio del bosco ceduo nel Parco Regionale dei Castelli Romani. Questa volta il bosco tagliato è quello di Rocca di Papa, ai campi D’Annibale nel versante che da Rocca Priora porta a Rocca di Papa.
Un taglio talmente invasivo realizzato dalla ditta, con legname ammucchiato in più parti della montagna.

Ora se quell’area è sottoposta a vincolo come zona di interesse, il legname non può essere più portato via, perché le operazioni in zona vincolate possono essere fatte entro il 31 di marzo.

Se invece l’area non rientra nella zona vincolata, la ditta avrà ancora un mese abbondante di tempo per portare via il legname già abbattuto.
Ma l’aspetto che lascia più perplessi è che, per rimuovere il legname sarebbero state tolte le staccionate di legno, messe lungo la strada.

Chi ha rimosso le staccionate di legno? Avranno avuto l’autorizzazione del Parco dei Castelli e del Comune di Rocca di Papa? Chi è deputato al controllo del taglio dei boschi, ovvero la polizia silvana locale è a conoscenza di questa situazione? E’ intervenuta?
Sono domande legittime, che oltre a noi de laspunta.it si sono fatti anche alcuni cittadini, tra cui Sara M. che così ha commentato quello che gli è apparso davanti agli occhi.
La giovane donna tutti i giorni percorre via Rocca Priora nella zona dei Campi di Annibale nel comune di Rocca di Papa, per recarsi a casa.
Questo il commento della nostra lettrice che ha inoltrato la segnalazione “Oltre che il taglio massiccio di alberi visibile in maniera molto chiara e vasta, sono state rotte e demolite anche tutte le staccionate in legno dalla parte della strada per movimentare i tronchi tagliati e portarli via.”
“Chiediamo, come cittadini che risiedono e transitano in questa zona di alto pregio ambientale, al Parco Regionale dei Castelli, al Comune di Rocca di Papa, se è normale tutto questo scempio ambientale e se tutto il taglio di centinaia di alberi è stato autorizzato dagli enti preposti e tutto sia stato fatto in maniera legale? ” Ha detto Sara M.
Molto probabilmente la ditta avrà vinto un appalto per il taglio del bosco, ma chi deve sovrintendere affinché le operazioni di taglio vengano fatte a regola d’arte?
E’ stata chiesta l’autorizzazione per togliere le staccionate per trasportare via i tronchi? Esiste un verbale della polizia locale, della forestale o dei guardiaparco?
Le staccionate che sarebbero state tolte saranno rimesse e da chi? E chi affronterà le spese del ripristino?
Ma soprattutto, il sindaco di Rocca di Papa, che in campagna elettorale su un analogo taglio del bosco aveva detto “mai più questo scempio“, ora che cosa avrà da dire?
E’ intervenuto sul posto? Ha verificato che il taglio rispetti il capitolato e il progetto? Ma mandato i vigili a controllare?
Il taglio rispetta il capitolato e il progetto? Sono state tagliate solo le piante segnalate o, per sbaglio, è venuto giù anche qualche altro albero che non andava abbattuto?
Esiste tra l’altro un rischio, legato alla mancanza di protezioni lungo la strada e con tutti i tronchi ammassati, ci potrebbe essere il rischio che possano scivolare lungo la strada.
Qualcuno ha verificato questo possibile rischio legato al taglio del bosco ceduo?
Nella manifestazione, svolta poco tempo fa a Rocca di Papa dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani, il sindaco era intervenuto, non senza ricevere critiche dai cittadini presenti.
Su un punto si può essere d’accordo, quello della salvaguardia del territorio contro i possibili tagli fatti non a regola d’arte.
Appare evidente però che questa modalità di taglio del bosco ceduto non può più essere sostenuto, per via dei cambiamenti climatici e per via anche di nuove modalità di conservazione dei boschi cedui che, tra l’altro, valorizza proprio la crescita degli alberi di castagno.
Come da più parti sostenuto da autorevoli esperti di settore, una pratica vecchia di cento anni e la consuetudine di una tradizione, non è detto che sia più attuale e che quindi, bisognerebbe utilizzare nuove metodologie che tengano insieme la salvaguardia ambientale, la valorizzazione del legname di castagno, una maggiore redditività per le comunità.
Per fare questo c’è bisogno di un cambio di passo e di mentalità da parte delle amministrazioni comunali e anche dalle aziende boschive. In questo senso un ruolo attivo dovrebbe svolgerlo il Parco Regionale dei Castelli.
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