La situazione in Serie B è sempre più caotica e il Frosinone Calcio, al momento, mantiene un silenzio istituzionale. Ma dietro le quinte si vivono ore febbrili, segnate da contatti, attese e incertezze. Il rinvio dei playout contro la Salernitana, inizialmente previsti per oggi, ha generato un vuoto che mette in discussione la regolarità del campionato. Il rischio, concreto, è che il calo di tensione innescato da questa pausa forzata produca un cortocircuito sportivo, soprattutto se si dovesse poi tornare a giocare con squadre ormai psicologicamente spente o già proiettate sul futuro.
Tutto ruota attorno al cosiddetto “caso Brescia.” Il club lombardo è stato segnalato dalla Agenzia delle Entrate per presunte irregolarità fiscali legate al pagamento dell’IRPEF. L’accusa è di aver utilizzato crediti d’imposta fittizi. Una bomba giudiziaria che ha portato la Procura Federale a intervenire e la Lega di B a bloccare i playout. L’udienza preliminare è fissata per giovedì. In caso di penalizzazione, il Brescia rischia la Serie C, con effetto domino sulla classifica finale del torneo.
Nel frattempo, la Sampdoria ha già attivato il proprio staff legale, chiedendo la salvezza diretta oppure il ripristino dei playout. Ma è emersa un’altra ipotesi. Una Serie B 2025/26 allargata a 22 squadre. In questo scenario, il Frosinone, la Salernitana, la Sampdoria e lo stesso Brescia resterebbero tutte in cadetteria. Una soluzione che eviterebbe ricorsi infiniti e congelerebbe una situazione diventata ingestibile.

Dall’altra parte, il presidente del Brescia, Massimo Cellino, parla apertamente di “truffa”, contribuendo ad alimentare la confusione. Ma il vero dato politico è un altro: dopo 38 giornate di campionato, non esiste ancora una classifica definitiva. La Serie B è sospesa. E con essa anche i piani sportivi, tecnici ed economici di molti club. Un finale ridicolo che rappresenta al meglio la situazione di sconquasso del calcio italiano.
In tutto questo, il Frosinone Calcio, protagonista di una stagione difficile ma combattuta fino all’ultima giornata, resta in attesa. La società non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è chiaro che la proprietà sta seguendo con attenzione gli sviluppi. Gli sforzi compiuti negli anni dalla famiglia Stirpe – tra investimenti, progettualità e valorizzazione del settore giovanile – rappresentano un patrimonio che meriterebbe rispetto e una continuità in Serie B per ambire a palcoscenici più importanti. Il Frosinone Calcio, per struttura e serietà, è tutt’altra cosa rispetto al caos che si sta consumando altrove.
Una sola certezza al momento: le tre retrocesse dirette non saranno riammesse. Per il resto, la palla passa agli organi di giustizia sportiva. E ancora una volta, a pagare il prezzo più alto è la credibilità del sistema calcio italiano.
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