La SAF Spa, la Società Ambiente Frosinone che gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti per i 91 comuni della provincia, ha avanzato una proposta formale alla Regione Lazio per ottenere l’anticipazione delle somme relative ai conguagli non ancora fatturati agli enti locali, risalenti anche al periodo 2007–2012.
L’obiettivo è chiaro: evitare che le amministrazioni comunali, molte già in sofferenza di bilancio, vadano incontro al rischio concreto di dissesto finanziario.
Si tratta complessivamente di circa 14 milioni di euro che SAF ha anticipato negli anni per garantire la continuità e l’efficienza del servizio di smaltimento dei rifiuti.
Ora, con la richiesta alla Regione, l’azienda pubblica propone un meccanismo di equilibrio: la Regione Lazio anticiperebbe le somme, per poi recuperarle dai comuni in modo graduale e spalmato nel tempo, così da non impattare bruscamente sui bilanci locali.
Il nodo dei conguagli: cifre e dettagli
La nuova governance di SAF ha proceduto a una ricognizione dettagliata dei costi sostenuti e dei crediti ancora da riscuotere. Già nel febbraio 2023 era stata inviata ai comuni una nota con gli importi relativi agli anni 2020, 2021 e 2022.
Ma la ricostruzione contabile ha portato alla luce ulteriori somme spettanti, che ora vengono ripartite in quattro macro-voci:
- Conguaglio 2007–2012 – € 2.315.916,44: derivante da una determina regionale (n. G13319/2015) che ha riconosciuto maggiori costi di smaltimento per il periodo 25 luglio 2007 – 21 aprile 2012.
- Conguaglio 2015–2016 – € 1.758.849,06: cifra calcolata in base alla nuova tariffa di accesso all’impianto riconosciuta dalla Regione con determina G05552/2018.
- Conguaglio 2018–2024 – € 7.648.112,06: relativi a maggiori costi per trasporto e smaltimento fuori ATO e rivalutazione tariffaria (determina G15996/2018 e G02483/2023).
- Conguaglio Benefit – € 2.046.135,01: benefit tariffari riconosciuti dal Decreto commissariale 15/2005 e dalla DGR 448/22 per lo smaltimento fuori ambito.
Il messaggio della SAF: “Evitiamo un effetto domino”
«Siamo consapevoli delle difficoltà dei comuni e confidiamo nella sensibilità della Regione Lazio», ha dichiarato il presidente di SAF, Fabio De Angelis, sottolineando che «la proposta nasce dal senso di responsabilità verso il territorio, le famiglie e le imprese, perché il dissesto di un singolo comune può compromettere l’equilibrio di un intero sistema locale».
Il timore è infatti che, se la SAF dovesse richiedere subito e integralmente il pagamento dei crediti, molti enti non riuscirebbero a farvi fronte, innescando un effetto domino sul piano economico e sociale.
Ecco perché l’azienda pubblica ha scelto di percorrere una strada che, pur tutelando il proprio equilibrio finanziario, eviti di gravare eccessivamente sui bilanci comunali.
La palla ora passa alla Regione Lazio, chiamata a valutare una soluzione di sistema che potrebbe rappresentare un precedente positivo per la gestione dei rapporti finanziari tra enti locali e partecipate pubbliche.
SAF, le ombre e le possibili ricadute sui cittadini
Certo lascia da pensare l’approvazione del bilancio consuntivo del 2024 che non è neanche messo on line sul sito, mentre invece l’11 marzo del 2025 è stato approvato il consuntivo 2023. Nell’elenco del preventivo invece, sempre sul sito della Saf, non è riportato nessun bilancio preventivo.
Quindi cosa succede nella SAF? Davvero i bilanci sono in ordine? Perché in tutti questi anni non sono state incassate le somme dalla Regione Lazio, che le ha riconosciute negli anni e si è arrivati solo ad oggi a fare un appello pubblico?
E’ legittimo che la SAF richieda i conguagli alla Regione Lazio?
Cosa aspettano i sindaci a far sentire la loro voce, che dovrebbe essere quella dei cittadini per altro, visto che rischiano il dissesto finanziario con conseguenti gravissime sulle tasse che i cittadini dovranno pagare?
Il nodo dei Benefit
Perché si chiedono i conguagli e non si restituiscono invece i Benefit, che SAF ha già incassato per portare i rifiuti in discarica pur non andandoci, quando nel 2022 e nel 2023 i rifiuti sono andati nell’inceneritore o in discariche fuori regione, visto che la discarica di Roccasecca aveva chiuso? Di fatto, questo potrebbe ingenerare un illecito arricchimento?
I benefit andrebbero restituiti ai Comuni e non richiesti per due volte.
Le tariffe che sono aumentate sono state comunicate ai comuni nei tempi stabiliti? Perché se così non fosse significherebbe aver provocato un debito fuori bilancio nelle casse dei comuni, i quali oggi si troverebbero a correre gravi rischi di equilibrio finanziario.
Cosa ha fatto il presidente della SAF, Fabio De Angelis e il consiglio di amministrazione, per evitare di arrivare a questo punto? Da quello che se ne deduce dalle sue dichiarazioni poco, visto che la Saf vanta crediti riconosciuti dalla Regione addirittura già dal 2005, ma non ha fatto nulla per evitare tutto ciò.
Soprattutto perché si chiedono solo le somme dal 2007 al 2012 invece di chiedere tutte le somme che Fabio De Angelis ha reso note, ad eccezione dei Benefit che andrebbero restituiti ai comuni?
Ora la palla passa alla Regione Lazio che dovrà dunque sanare le pendenze relative ai conguagli richiesti dalla SAF. Ma la Regione sarà disponibile a farlo?
Emerge, in tutto ciò un dato, la governance della Saf che dovrebbe essere oggetto di profonda riflessione, politica e funzionale, sempre che i sindaci e il consiglio provinciale abbiano voglia e capacità di farlo, senza pensare che tanto alla fine paga sempre “pantalone” ovvero il cittadino “fessacchione”.
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