Può un’amministrazione comunale vendere un pezzo di patrimonio a prezzo di costo ad un privato al fine di rendere possibile un progetto imprenditoriale? A Frosinone sembra proprio di si. Stiamo parlando della vendita di un tratto di strada oggi di proprietà demaniale, che l’amministrazione Mastrangeli ha sdemanializzato e valutato economicamente e che sarà venduta allo stesso prezzo al gruppo Escas srl, la società privata che dovrà costruire il polo logistico nel quale ci sarà anche l’insediamento Amazon per il centro sud Italia.
Nel discuterà il prossimo consiglio comunale nel quale il Sindaco Mastrangeli e l’assessore ai lavori pubblici Retrosi presenteranno una delibera che assegna un tratto di strada in località le stazze, zona Selvotta, alla Escas srl.
Qualcuno penserà: che c’è di strano? Tecnicamente nulla, se non per il fatto che avere nella disponibilità quel tratto di strada consentirà all’Escas di realizzare il progetto di insediamento urbanistico.
Sempre qualcuno penserà? Va bene se questo porterà vantaggi ai cittadini, attraverso la realizzazione di opere di urbanizzazione.
E qui casca l’asino. Sembra infatti che non siano previste opere di compensazione a favore della collettività, e se fosse confermato sarebbe già strano di per sè.
Se il Comune, quindi i cittadini di Frosinone, debbono rinunciare ad un pezzo di proprietà comunale, senza avere nulla in cambio, perché venderlo al prezzo più basso?
Perché servono al privato 4800 metri quadrati ad un prezzo così conveniente? Quale è la logica di una vendita al ribasso di questo pezzo di patrimonio comunale?
Domande alla quali l’amministrazione comunale dovrebbe rispondere. Non è dato sapere se questa proposta sia passata nell’apposita commissione urbanistica e se il parere della commissione sia stato favorevole.
Vale la pena ricordare che l’insediamento del polo logistico verrà realizzato nel quadrante di via Madonna delle Rose, vicino all’area Permaflex, in una zona fortemente compromessa per colpa di una mancata programmazione della viabilità.
L’area è stata già oggetto di rimostranze ed esposti da parte dei comitati cittadini della zona, soprattutto dal Comitato Selva dei Muli, riscuotendo uno scarso interesse dall’amministrazione Ottaviani prima e in continuità, da quella Mastrangeli dopo.
Quindi l’amministrazione comunale non ha pensato che questa poteva essere una possibilità per trovare una soluzione negoziata, con il privato, per dare una risposta alla caotica e pericolosa viabilità della zona.
Ha pensato solamente di “vendere” a questo punto, un pezzo di proprietà dei cittadini al privato per consentirgli di avere una cubatura in più per da utilizzare nell’insediamento urbanistico.
Con buona pace della viabilità e della vivibilità dei cittadini della zona.
Si sarebbe potuto pensare alla realizzazione di opere compensative, neanche quelle.
Qualcuno potrà sempre obiettare sul fatto che quello stabilito dal Comune sia già un prezzo congruo. Invece, vale la pena ricordare che il valore di questa parte del patrimonio comunale, località Selvotta, era stato affidato precedentemente alla predisposizione della delibera ASI.
Gli indici di vendibilità, alla luce di questo piano, si sarebbero alzati di molto ed allora: perché svendere un pezzo di patrimonio dei cittadini, invece di realizzare il massimo profitto possibile, soprattutto in assenza di opere di compensazione a favore della collettività frusinate?
Di certo il privato non si sarebbe tirato indietro difronte ad un investimento milionario. Nel leggere le carte, tra l’altro balza agli occhi la definizione data dal Comune alla strada definita come “relitto stradale”, valutato dall’ufficio 26 euro al metro quadrato per una area complessiva di 4800 metri quadrati ed un totale stimato di 124.800 euro.
Tale richiesta è stata avanzata alla Agenzia delle entrate in data 5 giugno, mentre in data 6 giugno è stato presentato lo schema di delibera, verso la quale sarà possibile fare delle osservazioni, modifiche ed integrazioni.
Resta da capire se l’agenzia delle entrare darà parere favorevole, come è probabile che accada, e cosa pensano di fare i consiglieri comunali al riguardo.
A tal proposito vale la pena ricordare che lo scorso febbraio la proposta era già stata esaminata dalla commissione urbanistica per l’assenso preliminare al progetto in variante urbanistica al Prt del Consorzio industriale del Lazio, previa verifica di coerenza delle opere proposte ed oggetto di specifica procedura Via-Paur.
Alla luce di ciò, i consiglieri comunali saranno tutti allineati e coperti, compresi quelli del gruppo Marini e del gruppo Marzi, oppure no?
Certo è che se il Sindaco Mastrangeli porterà in consiglio comunale questa delibera si presuppone che abbia avuto rassicurazioni da parte della sua claudicante maggioranza trasversale.
Non sarà una discussione semplice, però, visto che su questo argomento c’è stata già diversa animosità politica in consiglio, tutta incentrata sulla viabilità dell’area Permaflex, della zona della Selvotta, di via Madonna delle rose, sui lavori che il comune si è accollato per la famosa rotatoria su via Monti Lepini, invece di farli realizzare al privato.
Una discussione incentrata sulla totale mancanza di un piano di viabilità, che non sembra proprio essere un problema prioritario della giunta Mastrangeli.
Ora a questa situazione già di per sè controversa, si aggiunge la vendita a prezzo di costo di una tratto di strada necessaria per la realizzazione dell’insediamento del polo logistico. Dicevano i latini “Cui prodest?”
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