“No ai bruciatori Fassa ad Artena. No all’inquinamento che minaccia salute, agricoltura e ambiente”. È questo il grido d’allarme lanciato da Umberto Proietti, portavoce del Comitato NO Bruciatori Fassa di Velletri, nel corso del 7° Convegno pubblico, tenutosi a Velletri.
Una denuncia chiara e articolata contro il progetto in fase autorizzativa che prevede la realizzazione di un impianto industriale con 23 canne fumarie alte fino a 60 metri, nel territorio di Artena, a ridosso di Giulianello.
Il comitato, nato per contrastare l’iniziativa della Fassa Bortolo, si unisce a una rete di comitati locali e associazioni civiche di Artena, Cori, Giulianello, Colleferro, Rocca Massima e ora anche Velletri, tutti uniti nella battaglia contro l’impianto che rischia di inquinare 42 comuni nel raggio di 20 chilometri. Un impatto ambientale che coinvolgerebbe oltre 600.000 cittadini, con ricadute su aria, acqua, alimenti e biodiversità.

Le accuse: “Comitati e cittadini tenuti all’oscuro”
Secondo quanto denunciato da Proietti, i cittadini e i proprietari confinanti con l’area dell’impianto non sarebbero stati coinvolti né informati durante le Conferenze dei Servizi istituzionali, nonostante la legge lo preveda.
“Abbiamo dovuto intervenire con PEC, diffide, perizie giurate e documentazioni inviate a oltre 80 enti, inclusi i 42 Comuni coinvolti e ben quattro Procure”, ha spiegato il portavoce. “La Regione Lazio e il Comune di Artena stanno procedendo senza una Valutazione di Incidenza Ambientale (VincA) e senza valutazione di impatto sanitario, fondamentali per tutelare la salute pubblica, in particolare quella delle donne e dei bambini”.

L’inquinamento previsto: le sostanze e i rischi
Il comitato ha elencato le principali sostanze inquinanti che verrebbero emesse, tra cui:
- Ossidi di azoto e zolfo (NOx e SOx): irritazioni e malattie respiratorie.
- Formaldeide: cancerogena.
- Metalli pesanti: danni renali e ossei, tumori.
- Diossine, furani, PCB: leucemie, linfomi, cancro al seno e ai polmoni.
- Polveri sottili (PM10, PTS): patologie neoplastiche e polmonari.
Tutti inquinanti che, secondo gli studi prodotti, potrebbero colpire anche le produzioni agricole locali e compromettere la sicurezza alimentare: vino, olio, ortaggi, uova, latticini, cereali. “I prodotti a km 0, le eccellenze del territorio, verrebbero contaminati – ha denunciato Proietti – e con essi anche la reputazione e l’economia agricola dell’intero comprensorio”.
Appello al Sindaco di Velletri e alle Istituzioni
Il Comitato No bruciatori Fassa ad Artena, ha rivolto un appello diretto al sindaco di Velletri, Ascanio Cascella, e a tutte le istituzioni locali e regionali affinché prendano posizione scritta contro il progetto.
“Il Comune di Velletri è a soli 4 chilometri da quell’impianto. Non basta più il silenzio o le parole dette nei convegni. Servono atti formali e prese di posizione pubbliche. L’acqua, l’aria, i prodotti agricoli e la salute dei cittadini non sono negoziabili”.
Un richiamo è stato fatto anche al Consiglio regionale del Lazio, e in particolare agli eletti del territorio, affinché si attivino immediatamente. “Il tempo delle promesse è finito – ha concluso Proietti – ora serve prevenzione reale, concreta, visibile e scritta.”
I Dati essenziali e i rischi:
- Impianto previsto: 23 camini industriali a combustione (bruciatori), Artena (confine con Giulianello).
- Enti coinvolti: Regione Lazio, Comune di Artena, 42 comuni entro 20 km.
- Popolazione a rischio: 616.687 cittadini (stime comitati).
- Rischi ambientali: emissioni di diossine, IPA, polveri sottili, formaldeide, metalli pesanti.
- Rischi per la salute: patologie respiratorie, oncologiche, impatti su gravidanza e sviluppo fetale.
- Aree naturali coinvolte: 9 Monumenti Naturali (Giulianello, Ninfa, Torrecchia Vecchia ecc.), Parco dei Castelli Romani, falde lacustri.
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