I consiglieri “dissidenti” di opposizione si sono rivolti al Prefetto Liguori e al Ministro Piantedosi per i fatti avvenuti nello scorso consiglio comunale, quando il presidente Massimiliano Tagliaferri sostenuto dal Sindaco Riccardo Mastrangeli e dal segretario comunale non ha voluto far discutere i due emendamenti presentati per la delibera Escas.
Per il presidente del consiglio i due emendamenti non potevano essere neanche discussi perché mancanti dei pareri tecnici degli uffici.
Così ha liquidato l’argomento, nonostante i richiami mossi da Pasquale Cirillo e Anselmo Pizzutelli che hanno controbattuto sulla violazione dell’articolo 50 del regolamento comunale che, invece, consente non solo la presentazione degli emendamenti, ma anche la loro discussione in consiglio comunale.
Evidentemente una forzatura da parte del presidente del consiglio che ormai non è più in grado di assurgere a figura di garanzia di corretto funzionamento del consiglio, troppo preso nel bloccare gli interventi scomodi, fare la conta dei consiglieri per evitare la mancanza del numero legale e quando serve anche chiamarli al telefono per farli rientrare precipitosamente in aula.
Così i firmatari degli emendamenti hanno deciso, ieri, di presentare una istanza al Prefetto Liguori e al Ministro degli interni, definendo quanto accaduto in consiglio “un attacco alla democrazia”.
Nella lettera i consiglieri Anselmo Pizzutelli, Pasquale Cirillo, Maria Antonietta Mirabella, Giovanni Bortone, Teresa Petricca, Francesco Pallone, Maurizio Scaccia, Giovanbattista Martino, stigmatizzano il comportamento del presidente del consiglio comunale Tagliaferri e del sindaco Mastrangeli.
“Abbiamo presentato due emendamenti alla delibera Escas, ai sensi dell’articolo 50 del regolamento comunale che consente la presentazione di emendamenti anche in fase di discussione del consiglio comunale” è riportato nella nota al Prefetto e Ministro.
“Durante la seduta il sindaco e il presidente del consiglio hanno dichiarato gli emendamenti irricevibili in quanto non erano presenti i pareri tecnici e contabili. Una motivazione infondata e pretestuosa” Prosegue la nota dei nove consiglieri comunali.
“L’articolo 50 del regolamento è chiaro, solo gli emendamenti che comportano maggiore spesa devono indiare la copertura finanziaria pena l’irricevibilità. In tutti gli altri casi il mancato parere non è imputabile al consigliere comunale, ma semmai agli uffici che non hanno provveduto in tempo utile e comunque al limite si rimanda la discussione dell’emendamento, non certo l’esclusione dal dibattito consiliare” Prosegue la lettera inviata alle Istituzioni
“Siamo di fronte ad una palese violazione della prerogativa dei consiglieri comunali che mina il diritto al confronto democratico. È inaccettabile che per meri motivi politici o di opportunità si calpestino le regole e si impedisca il libero esercizio del mandato elettivo.” Conclude la lettera.