Ciociaria – Sala gremita al ristorante Mingone per l’arrivo di Carlo Calenda ad Arpino, dove alle 20:30 il leader di Azione ha incontrato sindaci, amministratori e cittadini della zona. Un confronto diretto, senza filtri, su temi nazionali e locali, con particolare attenzione alla situazione dello stabilimento Stellantis di Cassino, che secondo Calenda “rischia la chiusura senza un serio rilancio industriale, a causa degli errori accumulati negli ultimi anni, più volte da lui denunciati”.
Il leader di Azione ha poi criticato l’impostazione del Superbonus, definendolo “uno spreco di risorse che potevano essere investite nella sanità pubblica”. Un intervento netto anche contro il clima politico attuale, segnato — secondo Calenda — da un’istigazione all’odio più che da un confronto di idee: “C’è chi fa politica solo per demonizzare l’avversario, noi invece parliamo a chi vuole usare buonsenso e intelligenza”.
Uno dei punti centrali del suo intervento è stato il costo dell’energia, che per molte imprese italiane resta insostenibile: “Non possiamo permettere che le aziende paghino prezzi spaventosi. Serve un’agenzia nazionale che fissi tariffe stabili per evitare le speculazioni che ricadono sui cittadini”.
Sui dati occupazionali, Calenda ha espresso forte scetticismo: “L’occupazione è cresciuta solo nei servizi, ma non è lavoro vero. Bisogna aiutare le imprese a creare occupazione stabile e qualificata. Se si abbassano i costi energetici, le imprese possono investire di più e meglio”.

Durissima anche la posizione sul PNRR, che secondo il leader di Azione “si sta trasformando in una grande occasione persa. In Spagna è stato utilizzato per finanziare opere strategiche e creare occupazione. In Italia ci stiamo limitando a finanziare rotonde e asili nido che non rispondono a nessuna strategia di lungo periodo, soprattutto in un Paese segnato da una grave crisi demografica”.
Un passaggio anche sul tema della difesa e della politica estera: “Non inseguiamo la soglia del 5% del PIL. Per noi il tetto massimo di spesa per la difesa è il 2%, comprensivo di tutte le voci. Ma l’Italia deve recuperare autorevolezza nei confronti degli Stati Uniti: oggi siamo subalterni perché totalmente dipendenti da loro sul piano della sicurezza. Per questo dobbiamo diventare più indipendenti”.
Nella parte conclusiva del suo intervento, Calenda ha ribadito che Azione non si colloca né a destra né a sinistra, ma nella tradizione liberale, centrista e degasperiana, e punta a costruire “un progetto politico fondato sul fare”. Ha ricordato, a tal proposito, il caso del gasdotto in Puglia, dove – pur tra difficoltà e opposizioni – riuscì a portare a termine l’opera anche con azioni di forza, evitando così che, nel pieno della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, l’Italia restasse isolata. “Quella scelta ha tenuto in piedi il Paese”, ha detto.
Il punto, per Calenda, è costruire una leadership nazionale partendo dai territori, premiando il merito e le aggregazioni capaci di amministrare in modo serio. “A livello locale bisogna fare poche cose, ma fatte bene. Le Regioni così come sono non funzionano: andrebbero trasformate in semplici strumenti amministrativi, perché oggi sono centri di potere e di corruzione, che non premiano la competenza”.
“In questi anni – ha concluso – dobbiamo lavorare per creare interesse e partecipazione, così da far emergere una nuova classe dirigente che sappia guardare davvero al governo del Paese”.
L’iniziativa di Carlo Calenda in Ciociaria a visto la partecipazione di molti esponenti politici locali, tra cui diversi sindaci, a dimostrazione che il tema delle azioni concrete e della politica del fare è sempre più importante per chi vive quotidianamente il territorio.