E’ durato un’ora l’interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto il presidente del Consiglio Provinciale, Gianluca Quadrini. Un interrogatorio di garanzia a valle dell’inchiesta della Procura di Cassino che vede coinvolte diverse persone a vario titolo con diversi capi d’imputazione, dal falso, al concorso, alla truffa.
Gianluca Quadrini si è recato presso il palazzo di giustizia di Cassino, dove ad accoglierlo c’era il Gip, Claudio Marcopido che ha rivolto a Quadrini numerose domande, sottoponendo gli addebiti avanzati dalla Procura.
Ad accompagnare Quadrini, l’avvocato Claudio Di Ruzza, difensore del consigliere provinciale. Un interrogatorio nel quale Quadrini ha risposto alle domande, ricostruendo le varie vicende che lo vedono coinvolto in questa inchiesta, che lo disegna come il referente principale.
Riserbo massimo da parte del Tribunale e anche da Gianluca Quadrini che ha preferito che fosse l’avvocato Di Ruzza ad intervenire in questa fase delicata.
Interpellato da laSpunta.it l’avvocato Claudio Di Ruzza si è detto “Fiducioso nel lavoro della magistratura, verso la quale nutriamo la massima considerazione“.
Relativamente agli addebiti mossi nei confronti del suo assistito, Di Ruzza ha affermato: “Finalmente abbiamo potuto dire la nostra e spiegare tutta la vicenda di una inchiesta che dura da anni e della quale mai avevamo avuto contezza.“
Eppure gli addebiti mossi dalla Procura sono diversi e molto pesanti. Si va dalle false fatture in concorso con l’avvocato Lina Capitanio, per incarichi legali nei confronti della Comunità montana di Valle del Liri e Arce di cui Quadrini è stato presidente e commissario liquidatore; all’utilizzo improprio dei permessi per assentarsi dal lavoro, dalla scuola dove Quadrini insegnava a Ferentino, attraverso false attestazioni; alla gestione di un appalto ad una cooperativa per un progetto affidato e mai realizzato, con false attestazioni retrodatate fino l’assunzione fittizia di dipendenti, che formalmente risultavano assunti ed in servizio presso le società, ma adibite invece a funzioni di segreteria politica di Quadrini o impiegate in attività di supporto politico.
Quest’ultimo reato è contestato in concorso con Fabio De Angelis attuale presidente della S.A.F. e Amministratore della Apef e di Fabrizio Zoli all’epoca dei fatti (2023-2024 ndr) alla guida di Frosinone Formazione Lavoro.
Secondo gli inquirenti De Angelis e Zoli avrebbero favorito le assunzioni utilizzando le due società in house della Provincia di Frosinone, per destinare poi queste persone a svolgere incarichi di supporto politico nei confronti delle attività politiche di Quadrini.
Questo avrebbe prodotto una ipotesi di truffa, fatta in concorso, dato che la Provincia avrebbe poi pagato le retribuzioni di questo personale, riconoscendo i compensi alle due società in house per delle attività lavorative mai svolte.
Un filone, questo delle assunzioni, che laSpunta.it aveva già evidenziato in un precedente articolo leggi: https://www.laspunta.it/apef-frosinone-provincia/ senza immaginarne i risvolti giudiziari e di cui parleremo in altra parte del giornale.
Un castello accusatorio pesante e dalle carte della Procura molto circostanziato, che Quadrini nell’interrogatorio ha cercato di smontare, o quanto meno di spiegare e rendere la sua versione dei fatti.
“Ribadisco che abbiamo chiarito tutti gli aspetti relativi agli addebiti mossi al mio assistito” Ha precisato l’avvocato Di Ruzza che ha aggiunto una sua considerazione “Ritengo che la colpa di Gianluca Quadrini è la sua passione per la politica, che è stata male interpretata da taluni e strumentalizzata da parte di altri “. Una dichiarazione che può sembrare criptica e che invece lascia spazio a diverse interpretazioni su come possano essere andate le cose, al netto degli addebiti mossi dalla Procura.
Adesso il Gip dovrà valutare le dichiarazioni di Quadrini e decidere se confermare la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura oppure no.
Nei prossimi giorni è atteso l’esito dell’interrogatorio di garanzia e la decisione del Gip Marcopido.