Le recenti vicende che coinvolgono SAF e APEF di Frosinone, insieme alla ABC di Latina, spingono verso una riflessione profonda sull’efficacia e sostenibilità del modello delle società partecipate pubbliche nella gestione dei servizi locali.
A lanciare l’allarme è Arcangelo Palmacci, segretario provinciale di Azione per la provincia di Latina, che invita le forze politiche a una presa di posizione netta e responsabile.
“Occorre interrogarsi seriamente sul crescente ricorso al soccorso finanziario da parte delle amministrazioni pubbliche a favore di queste società“, afferma Palmacci.
“Non possiamo continuare ad assistere a trasferimenti a fondo perduto da enti pubblici a soggetti che, talvolta, svolgono attività non pienamente qualificabili come servizi pubblici essenziali, rischiando così di alterare il mercato e violare i principi della libera concorrenza.“
Il caso emblematico: 14 milioni dalla Regione Lazio a SAF Frosinone
Uno dei casi più controversi è quello della SAF di Frosinone, società pubblica che ha ricevuto 14 milioni di euro a fondo perduto dalla Regione Lazio, pur non avendo quest’ultima alcuna partecipazione diretta nella compagine societaria.
Secondo la Regione, si è trattato di una misura “risarcitoria” per il trattamento dei rifiuti provenienti da Roma. Ma secondo Azione si tratta di un precedente pericoloso, che potrebbe innescare un effetto domino.
“Se si apre questa strada – avverte Palmacci – ci troveremo con una lunga fila di amministratori delle partecipate davanti alla stanza del presidente della Regione, tutti pronti a rivendicare aiuti economici straordinari per tamponare falle gestionali o coprire deficit strutturali.“
Il rischio di una Regione “supplente”
Per Azione, la Regione Lazio rischia di trasformarsi in un ente supplente dei Comuni soci, incapaci o riluttanti a coprire i costi delle partecipate. Ma questo approccio mette a rischio l’equilibrio istituzionale e finanziario, oltre a generare un cortocircuito tra controllo politico e responsabilità gestionale.
Azione: “Servono regole e controlli rigorosi”
La posizione del partito è chiara: servono controlli rigorosi e trasparenti, e soprattutto una valutazione onesta sull’utilità e l’impatto delle società partecipate pubbliche.
“Dobbiamo chiederci – conclude Palmacci – se questi strumenti, pensati per rafforzare il servizio pubblico, stiano realmente garantendo efficienza, qualità e sostenibilità. Oppure se si siano trasformati, in troppi casi, in buchi neri di bilancio e opacità amministrativa“