Cementificazione, varianti urbanistiche e nuove infrastrutture rischiano di compromettere definitivamente l’equilibrio ambientale dei laghi Albano e di Nemi, già duramente colpiti dall’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche a causa del consumo di suolo che riguarda i Castelli Romani, facendo scattare l’allarme ambientale.
È quanto denunciano numerosi comitati civici e ambientalisti, e il Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani, alla luce delle recenti scelte urbanistiche adottate dai comuni di Albano Laziale, Ariccia, Marino, Grottaferrata e Nemi.
Il punto di riferimento è la Delibera Regionale n. 445/2009, che imponeva il contenimento del consumo di suolo e la tutela delle risorse idriche nei Colli Albani, ma che – secondo gli attivisti – viene oggi sistematicamente ignorata.
Falde a rischio collasso: si consuma più acqua di quanta se ne ricarichi
Studi idrogeologici della Regione Lazio e di diverse università confermano: la richiesta di acqua ha superato da anni il limite di sostenibilità delle falde sotterranee. Il risultato è che i laghi vulcanici si abbassano, e la crisi idrica peggiora. Il problema viene aggravato da un dato allarmante: quasi il 17% del territorio dei Castelli Romani è ormai coperto di cemento.
Situazione nei comuni (dati cementificazione e criticità)
Albano Laziale – 27,15% cementificato
L’Amministrazione ha inserito nella Variante al PRG il progetto della “Parallela via Ginestreto”, che comporterebbe l’impermeabilizzazione di vaste aree agricole. Il Comitato NOC ha espresso un secco no, denunciando gravi impatti sul deflusso delle acque. Intanto partono nuove lottizzazioni e sono in fase di ultimazione le costruzioni in via Muro Bianco.
Ariccia – 25,77% cementificato
Il 16 luglio è stato rilanciato il piano per riscrivere il PRG del 1976 con sette varianti urbanistiche. Secondo le opposizioni, i 154.000 m³ dichiarati nascondono un’espansione reale che potrebbe superare i 570.000 m³.
Criticità principali:
- Si ignorano trend demografici in calo e precedenti abusi edilizi.
- Si prevede un aumento di +7.000 abitanti.
- Si abbandona il lavoro di aggiornamento del PRG realizzato nel 2011.
Marino – 25,98% cementificato
Il circolo Legambiente Appia Sud “Il Riccio” ha espresso forte contrarietà al nuovo PUGC, criticando:
- Insufficiente tutela dei beni ambientali e archeologici.
- Ulteriore espansione edilizia su un territorio già compromesso.
- Nessuna reale risposta alla crisi idrica storica.
Grottaferrata – 20,37% cementificato
La Giunta ha approvato progetti per palestre, piscine e parcheggi multipiano, presentati come “opere strategiche”. Ma per i comitati si tratta solo di nuovo cemento che accresce i fabbisogni idrici ed energetici, senza una reale visione di rigenerazione urbana.
Nemi – nuovo cemento nel Parco Regionale
- Avviato progetto PNRR (luglio 2025) per pista ciclopedonale e impianto sportivo sotto il cimitero: strutture in cemento armato nel Parco dei Castelli Romani.
- Il TAR ha annullato a dicembre 2024 un maxi piano edilizio, ma i progetti restano nei cassetti e potrebbero riemergere.
Strade e superstrade: la minaccia della bretella Cisterna-Valmontone
Tra le infrastrutture più controverse spicca il megaprogetto della bretella autostradale Cisterna – Valmontone, che attraverserebbe il territorio tra Velletri e Lariano, sfiorando il Monumento Naturale del Lago di Giulianello. Un impatto devastante secondo gli ambientalisti.
L’appello: “Stop alla speculazione, salviamo i laghi e le falde”
“In un contesto segnato dalla crisi idrica e dalla perdita di suolo agricolo, ogni variante urbanistica che aggiunge cubature è un colpo al futuro dei Castelli Romani” – affermano le realtà promotrici dell’appello.
Le richieste ai Sindaci e ai Consigli comunali:
- Sospendere le varianti urbanistiche in corso e avviare un confronto pubblico.
- Applicare la Delibera 445/2009, tutelando le falde e puntando sulla rigenerazione urbana.
- Ridurre le cubature, riqualificare il costruito e valorizzare il paesaggio rurale.
- Fermare il raddoppio dell’acquedotto Sforza Cesarini, che attingerebbe direttamente dal Lago Albano.
- Bloccare il progetto delle gronde, inquinante e inutile.
- Rivedere le proposte dell’AUBAC, giudicate funzionali solo agli interessi di ACEA, senza benefici per i laghi.
Un futuro diverso è possibile
“Solo fermando il consumo di suolo e difendendo le risorse idriche si potrà parlare davvero di sviluppo sostenibile nei Castelli Romani. Il tempo delle promesse è finito: servono scelte concrete, coraggiose e partecipate”. Commentano dal Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani.